E’ Venerdì sera, il meteo dice mare mosso. Telefono a Mariangela per avere notizie: “Il mare è in scaduta, domani dovremmo riuscire ad andare al Vervece”, sono le testuali parole riferitemi al telefono. Bene preparo la fotocamera e appuntamento al porto domattina.
L’amico Gigi mi passa a prendere con il motorino insieme a Giovanni, dato che stamane sono appiedato, con lo scooter dal meccanico.
Carichiamo le due borse e scendiamo al porto dove già ci attendono in banchina Mario, il capitano di Ligeia, Mariangela ed altri 6 subacquei.
Il mare è mosso ma si può uscire. Arriviamo al Vervece e ci tuffiamo rapidamente davanti alla scaletta che porta al faro.
Oggi ho deciso di utilizzare una maschera nuova ma …. la scelta non è stata felice! La maschera si appanna di continuo e solo dopo molti svuotamenti riesco ad avere una visione più o meno accettabile!!
L’acqua è torbida nei primi metri, più sotto la visibilità migliora di molto. Subito incontriamo un folto branco di barracuda che stazionano, al riparo delle onde, al di sopra della piattaforma a -12 mt dove è situata la Madonnina. Qualche scatto riesco a farlo approfittando dei lenti movimenti del branco che ci precede nel classico giro antiorario dello scoglio del Vervece.
Una rapida discesa in profondità, oltrepassiamo una Paramuricea dalle punte bianche e scendiamo fino a -46 mt sulla foresta di gorgonie rosse dove i rami sono tutti aperti in corrente. Qui la visibilità è buona quasi ottima.
Durante la risalita verso i -30 mt di lontano vedo l’inconfondibile sagoma di una bella cernia fuori tana, segnalo l’incontro al gruppo ma appena ci scorge si infila nella sua sicura caverna. Proseguiamo ed arriviamo a metà del percorso sulla spianata su cui sono adagiati svariati massoni coperti di gorgonie gialle. Ecco che ricompaiono i Barracuda, prima solitari, poi in piccolo gruppo.
Ormai l’immersione volge al termine, completiamo il giro e ci ritroviamo tutti nei pressi della Madonnina, dove c’è chi coglie l’occasione per una foto ricordo. Immancabile l’incontro con famiglie di Apogon imberbis, Coris julis e castagnole nei pressi delle pareti coperte da Parazoanthus axinellae.
Terminiamo la deco, come sempre, in parete anche se la procedura stavolta non può essere effettuata in tutto comfort e relax a causa delle onde che frangono sullo Scoglio del Vervece che si fanno apprezzare anche a 5 mt di profondità.
Il rientro in porto anche stavolta agitato ma finalmente siamo riusciti ad immergerci in zona A!