Anche la terza domenica di gennaio si conclude con una bella immersione notturna ….
Il sole ed il mare calmo per tutto il week end costituiva un invito eccellente per un bel tuffo diurno, ma sfortunatamente i mille impegni non mi consentono di uscire per mare. Sono da poco passate le 17:00 quando al termine delle partite chiamo papà per sondare la sua disponibilità ad accompagnarmi per un’immersione notturna. L’attrezzatura era già pronta da sabato … dopo alcuni minuti trascorsi ad assemblare un nuovo faretto sulla fotocamera, sono pronto per scendere a Marina Grande. Il mare è leggermente smosso da vento da nord, ma le condizioni sono in ogni caso ottimali. La temperatura dell’aria è sicuramente più bassa di domenica scorsa ma l’acqua sembra apparentemente cristallina come allora. Mi tuffo come al solito dalla scaletta del molo e mi incammino verso il pontile metallico e subito trovo un bel sarago ed alcuni granchi. Poi un tordo pavone addormentato appoggiato ad una …. lamiera! Qualche metro più in là un piccolo polpo fuori tana, sembra proprio una serata fortunata, non sono ancora arrivato alla punta del pontile! L’acqua comincia ad essere leggermente più sporca in profondità, una leggera sospensione si lascia notare nel fascio della nuova e potente torcia. Proseguo sollevandomi un poco per sorvegliare dall’alto il fondale fangoso, in cerca di qualche bel esemplare. La mia attenzione viene colta dal mantello di una ciprea, mi avvicino e la fotografo tentando di non spaventarla, menole e zerri sono abbondanti e disegnano il fondo con le loro ombre. Alcuni spirografi mostrano le flessuose corolle variopinte mentre i piccoli serranidi Serranus haepatus restato “pietrificati” dalle potenti lampade. Una polpessa si lascia avvicinare prima di fuggire verso il largo, la seguo e mi guida verso un gronco in caccia sul fango. Mi avvicino lentamente ma il pesce si allontana alla via vista sempre più. Spengo la torcia e mi sposto per alcuni metri al buio, poi d’improvviso, riaccendo il faro … agguato riuscito! Riesco a fotografarlo in primo piano, peccato che si sia sollevata una leggera sospensione. Guardo il profondimetro e mi accorgo di aver superato i trenta metri, risalgo un poco in cerca di altro ed infatti mi imbatto prima in una Alicia mirabilis e subito dopo in una attinia ormai rara, l’Andresia partenopaea adagiata sul fango. Il manometro mi indica 100 bar, inizio il rientro verso terra facendo attenzione alle numerose Antedon mediterranea presenti su ciascuna sporgenza della roccia; non si sa mai, un colpo di fortuna potrebbe capitare ancora … ed infatti all’ennesimo tentativo: “Eccolo!”. Il cuore mi torna in gola, mi avvicino e proprio nell’istante in cui sono pronto a scattare … si spegne il faretto! Noooo! Non mi perdo d’animo ed accendo le due luci pilota montate all’interno dei miei flash substrobe, non è la stessa cosa ma riesco comunque a mettere a fuoco. Questa volta il gamberetto è più grande e porta con se le uova sotto la coda! Scatto a raffica senza esser sicuro della perfetta messa a fuoco, infine fotografo nel nero il crinoide che, disturbato, si è messo in movimento. Incredibile coincidenza o cattiva attenzione non saprei dire, ritrovare due volte in una settimana il gamberetto visto tanti anni prima mi sembra in ogni caso un colpo di grande fortuna. Rientrato a casa, risciacquando l’attrezzatura e la fotocamera, approfitto per riguardare le foto nel display … INCREDIBILE … tra i tanti scatti “appare” nascosto tra le braccia del crinoide anche il maschio, più piccolo! Whow, proprio un gran colpo di fortuna!