Troppe settimane sono trascorse dall’ultima immersione e l’astinenza da azoto si fa sentire sempre di più … Finalmente il tempo migliora … colgo al volo l’occasione al termine di una lunga giornata lavorativa. L’attrezzatura fotografica è pronta da giorni, c’è solo da recuperare muta e bombole dal garage ed attendere il tardo rientro della mia signora dal lavoro. Quando sono ormai le 20:00 recupero il mio papà e scendiamo alla Marina Grande dove il mare è calmo come l’olio, l’acqua limpida e … “secca”. I pescatori della marina infatti mi avvisano che da giorni l’escursione di marea è particolarmente intensa, sarà un’impresa risalire sul molo. Mi tuffo facendo attenzione all’acqua particolarmente bassa mentre papà mi passa la fotocamera. L’acqua è trasparente anche all’interno del porticciolo, la temperatura particolarmente bassa come di consueto in questo periodo dell’anno. Spero vivamente di imbattermi in qualcosa di inatteso, anche se oggi ho montato sul flash lo snoot autocostruito e quindi ho delle prove da effettuare. Subito incontro una coppia di paguri intenti ad alimentarsi dei residui di cibo di una lisca di pesce. Scatto e mi accorgo che uno dei due lampeggiatori non funziona! Maledizione, sarò costretto ad utilizzare solo quello di sinistra con lo snoot. Ok, servirà a capire meglio come utilizzarlo …
Una triglia dal corpo deforme si allontana subito dopo il lampo del flash mentre una piccola seppia tenta di sfuggire alla mia attenzione mimetizzandosi con il fondale sabbioso. Mi avvicino ad un sarago sparaglione adagiato sul fango e subito dopo fotografo una menola a mezz’acqua che viene verso di me. Alla base di un cerianto osservo e fotografo uno strano organismo, la sua posizione non mi consente uno scatto migliore. All’interno di una nassa abbandonata una grande murena si contorce in cerca dell’uscita. Decido di liberarla ma in quell’istante mi accorgo di aver dimenticato il coltello nell’auto! Dovrò fare allora ancora più attenzione alle tante lenze e spezzoni di reti abbandonate che aimè deturpano il fondale. Un piccolo paguro porta a spasso alcuni esemplari di Ephyzoanthus mentre un grosso polpo passeggia in cerca di una preda. Mi avvicino, effettuo alcuni scatti quando su una roccia vedo un altro polpo, questa volta piccolissimo, pronto a fuggire verso un luogo meno luminoso. E’ passata più di un’ora, è il caso di iniziare il ritorno, la potente torcia led evidenzia l’inconfondibile sagoma dell’Alicia mirabilis, come sempre l’attenzione è rivolta a non sollevare troppa sospensione, attendendo il richiudersi dell’animale esposto alla luce artificiale. A poca distanza incontro un sarago di oltre un kg adagiato sul fondo, mi avvicino e dopo due scatti si allontana spaventato. Stanco e soddisfatto del tempo trascorso in acqua, raggiungo la base del molo dove abbondano le bavose ed i gamberetti. Arrivato sotto la scaletta di pietra, mi libero di bombola, piombi e fotocamera e provo a “scalare” il dislivello … gli oltre 40 centimetri mi consigliano, dopo qualche tentativo, di raggiungere la spiaggia per risalire. Sono ormai passate le 22:00, inizio a spogliarmi per sistemare l’attrezzatura quando la telefonata di mia moglie fa squillare il cellulare: “sono appena uscito, tra poco sono a casa“. Così si conclude una bella giornata, in attesa della prossima uscita!