Un mese senza acqua salata nuoce gravemente alla salute …. c’è il rischio che si arruginiscano le articolazioni come mi è successo al risveglio odierno. Era in programma un tuffo al Banco di Santa Croce con il mio amico Pietro, attirato in zona dalle eccellenti condizioni meteo marine del w.e., a cui ho dovuto dare forfait a causa di un violento mal di schiena. Purtroppo anche ieri non sono riuscito a liberarmi da mille incombenze natalizie, non potendo aggregarmi agli amici Fabio e Dario per una immersione notturna alla Spiaggia Caterina, in cerca di cavallucci marini. Dopo colazione ho preso una compressa di antinfiammatorio con la speranza di un miglioramento serale. Effettivamente le condizioni migliorano, in modo tale da consentirmi di programmare il tuffo con mio padre verso le 18:30, quando è calata ormai la sera. L’auto è già pronta da ieri sera con l’attrezzatura a bordo, non resta che andare a prendere papà.
Verso le 19:00 siamo al porto di Piano di Sorrento, mi vesto con calma dopo aver sistemato l’auto nei pressi della Spiaggia Caterina e mi immergo nell’acqua cristallina. Il fondale è completamente sabbioso, tra le dune solo qualche mormora e latterini. Tantissimi invece gli spirografi, isolati o raggruppati tra loro su di un sasso o una roccia. Tante anche le Pinna nobilis infisse nel substrato. Inizio a guardare al loro interno e in più di una occasione osservo il gambero Pontonia custos all’interno, ma essendo “arruginito” ancora, non riesco a fotografarlo a dovere. Mi dedico allora agli spirografi per provare il nuovo snoot a fibre ottiche creato da Fabio Iardino, devo dire che promette proprio bene, anche se in notturna non è semplice adoperarlo. Tra le corolle colorate ad un tratto vedo uno strano essere filiforme che sembra ritrarsi all’interno del tubo dello spirografo, mi avvicino e mi accorgo invece che un piccolissimo pesce ago Nerophis ophidion che si è nascosto tra le piume dell’anellide. Mi avvicino e scatto una sequenza di immagini, mentre si allontana riesco anche a fotografarlo in primo piano, ma mettere a fuoco la piccolissima testa è un’impresa titanica. Continuo la ricerca dei cavallucci marini, avvistati ieri sera dai miei amici, ma per ora nulla di fatto. Lo specchio d’acqua in cui mi sono immerso è molto esteso e privo di riferimenti, è facile perdere l’orientamento, sono costretto ad uscire due volte in superficie per controllare la mia posizione. Ad un tratto sopra una catena si erge una bellissima Alicia mirabilis, lì vicino una bavosa ruggine. Trascorro molti minuti fermo a fotografarli, con e senza snoot, fin quando decido, esausto dopo oltre due ore d’immersione, risalgo in superficie per tornare alla spiaggia. Al mio arrivo, ritrovo il mio papà molto allarmato perché non abituato a così lunghe mie permanenze in acqua. Anche senza il magico atteso incontro, una serata da ricordare come sempre accade quando vado in acqua.