Il sole tramonta sul mare incendiando il cielo con un rosso magnifico, la serata si prospetta interessante, grazie al mare calmo come un lago. Sono in attesa dell’arrivo del mio amico David, partito in mattinata da Roma per recarsi a Nola, dove è alle prese con gli ultimi dettegli di stampa del suo libro su Capodacqua. Mi raggiunge a Sorrento con leggero ritardo sul programma a causa dell’intenso traffico che è sempre presente in costiera sorrentina. Dopo aver scaricato l’occorrente per la notte a casa mia, andiamo in garage a recuperare le bombole e zavorra. Alle 20:00 siamo in spiaggia a Marina Grande ed iniziamo la vestizione. David mi confessa di non essere in perfette condizioni dopo le lunghe ore trascorse in tipografia ed in auto, ci prendiamo così tutto il tempo necessario per scendere in acqua in sicurezza. Sono quasi le 21:00 quando scendiamo dalla spiaggia nell’acqua cristallina. Raggiungiamo la punta del molo e ci immergiamo sul fondale fangoso. Immediatamente vedo spuntare dal fango l’inconfondibile testa del pesce serpente che subito inizia a ritrarsi nel foro scavato con la coda nel sedimento. Mi avvicino, scatto due immagini poi arretro per consentire a David di fotografarlo. Si solleva comunque un gran polverone e l’animale si ritira completamente all’interno del buco. Proseguiamo verso il fondo dove vado in cerca della barchetta affondata sulla cui prua c’era una Alicia mirabilis … come desiderato, l’attinia è proprio lì dove l’avevo vista la scorsa settimana con mio fratello. Questa volta non mi avvicino proprio, ma la mostro al mio amico per lasciargliela fotografare in pace. Mentre lui scatta io cerco qualcosa di diverso. Una grande seppia, alcune mennole, un cimazio e, nello stesso punto il cui l’avevo fotografata con Arturo, un’altra piccola Alicia mirabilis su di un galleggiante in sughero di una rete abbandonata. Non essendo pienamente soddisfatto, mi metto ancora in cerca, lanciando lo stretto fascio luminoso della mia torcia verso zone lontane del pendio fangoso che scende fino ad oltre 40 metri. Mentre David è intento a fotografare un altro esemplare di serpente di mare, mi imbatto in una bavosa ocellata, con la sua pinna dorsale sollevata come una vela. Mi avvicino e scatto qualche foto, poi chiamo il mio amico per fargliela vedere per la prima volta. Inizia a scattare ma dopo poco il pesciolino reclina la sua bandiera. Mi avvicino e con un delicato movimento l’induco a spostarsi più in là dove l’acqua è anche più limpida. Ecco così di nuovo possibile fotografarla in tutta la sua eleganza. La bavosa dopo qualche minuto però ci abbandona spiccando un balzo per sparire nel nero della notte. Rientriamo così a terra, soddisfatti della bella serata, affamati e pronti per raggiungere casa, dove ci attende mia moglie che ha preparato una gustosa cena. La voglia di chiacchierare fino a tarda ora è tanta, ma a tutti noi domattina aspetta una giornata di lavoro, così felici, si va tutti a nanna!