Ci sono giorni in cui essere in ferie è più faticoso che andare a lavoro. La giornata è stata un continuo correre avanti e indietro in auto e sullo scooter per riuscire ad incastrare le mille incombenze da assolvere quando si ha un poco di tempo libero a disposizione. Solo nel tardo pomeriggio riesco a fermarmi ed approfitto per organizzarmi per la notte. La trascorrerò con Dario …. sott’acqua, nonostante il gelo artico che ha iniziato ad attanagliare il Sud Italia.
Passo a prenderlo a casa verso le 20 e dopo un lungo tratto di strada trafficato, raggiungiamo il punto stabilito. L’acqua è tornata di nuovo cristallina dopo la pioggia, ma c’è un poco di risacca che disturba leggermete la nostra entrata in acqua. In lontananza si vedono in arrivo i nuvoloni neri carichi di pioggia. Ci immergiamo ma c’è qualcosa che non va ….. accidenti, ho dimenticato i piombi in auto. Dario mi attende pazientemente in acqua mentre torno a terra per recuperare la zavorra, finalmente possiamo andare in cerca di soggetti. Questa volta abbiamo invertito le configurazioni, il ho montato il microdome Isotta sulla Nikon D800e ed il Tokina 10-17@15 mm mentre Dario ha montato il 105 mm, sperando di trovare qualche gamberetto tra i crinoidi.
La luna crescente e l’onda sembrano non esser favorevoli. I primi 15 minuti a fondo sono una desolazione totale …. poi finalmente qualcosa si materializza sotto i nostri occhi. Un pesce San Pietro di piccole dimensioni riposa nei pressi del fondo. Segnalo la presenza al mio compagno ed inizio a scattare. Mi raggiunge mentre il pesce si sposta verso il basso …. siamo ad oltre -30 metri quando la scena diviene ancora più intrigante. Il San Pietro raggiunge una radura dove stazionano due “gallinelle” che ahimè scappano via spaventate dal nostro arrivo. Che spettacolo! Non faccio nenneno in tempo a ripensare alla situazione svanita che immediatamente un altro soggetto si materializza sotto la torcia di Dario. Una magnifica rana pescatrice mimetizzata sul fondo fangoso in attesa di qualche preda. Dario inizia a scattare ma non riesce a fotografarla per intero con la sua configurazione macro, io scalpito in attesa della possibilità di scattare. Quando inizia a spostarsi e nuotare in acqua libera, con Dario in difficoltà per inquadrarlo a dovere mentre si muove veloce, decido di rompere gli indugi e “conquistare” una posizione di privilegio. Riesco così a effettuare una serie di scatti molto accattivanti, ma il computer subacqueo ed il manometro ci obbligano a salutare il pinnuto. Risaliamo a quote più sicure dove incontriamo ancora alcuni cavallucci marini ed una bottiglia con dentro un messaggio. Rientriamo a terra senza un filo d’aria nelle bombole soddisfatti e felici. Confesso che quella odierna è da annoverare tra le immersioni più ricche d’incontri dei miei 40 anni e più di carriera subacquea. Straordinario! Sono esausto, ma non so se riuscirò a prender sonno stanotte!