E’ tutto pronto da domenica pomeriggio … un intenso acquazzone mandò alle ortiche la programmazione effettuata. Più volte in settimana ho “pensato” di poter andare in acqua ma ogni volta mi è stato impossibile a causa delle avverse condizioni psicofisiche (ore e ore di traffico per tornare a casa a causa di lavori sulla statale sorrentina), metereologiche e di “salute” della mia auto che ha il portellone posteriore che non si apre da settimane a causa di un guasto. Finalmente oggi, dopo tanto penare, sono riuscito a riparare l’auto e rientrare in tempo utile per andare a fare un “bagnetto” nell’acqua fredda, dopo aver lasciato a casa la muta da 3 mm usata alle Maldive.
Impiego pochissimo tempo per essere operativo, solo il tempo di caricare il tutto nel bagagliaio e scendere al porticciolo di Marina Grande. Il mare è bellissimo, calmo e limpido. Inizio a vestirmi ma non riesco a chiudere da solo come al solito la cerniera posteriore della muta stagna che ho dimenticato di lubrificare adeguatamente in seguito all’inattività. Sono costretto a chiedere aiuto al cuoco del ristorante “il Delfino”, uscito a fumare una sigaretta, per farmi richiudere la cerniera. Finalmente sono pronto e scendo nell’acqua trasparente del basso fondale. Ho montato il 60 mm sulla Nikon D850 scafandrata Isotta ed i due flash Ikelite DS161, non avendo incontrato nelle precedenti immersioni, soggetti da fotografare con il minidome. Sono molto impacciato in acqua, riadattarmi alla muta stagna è molto faticoso, inizio la mia discesa sul pendio fangoso dove si incontrano i soliti abitanti della notte, triglie, pagelli, pesci lucertola, boghe e menole. Dal fango emerge il capo di un pesce serpente che rapidamente si ritrae nella sua tana, poco più in là vedo un bel dentice e mi avvicino. Riesco a scattare solo tre foto prima di vederlo fuggire nel buio. La serata non è particolarmente ricca di incontri ma nonostante ciò, qualche situazione interessante viene fuori …. un piccolo polpo in caccia sul fondo ha catturato un “artificiale da pesca” che è poi rimasto infisso nei suoi tentacoli mentre una donzella pavonina dorme all’interno di una delle tante Pinna nobilis morte. Rientro a terra con pochissima aria nella bombola, sono anche troppo leggero e sono costretto ad un rientro in superficie, perdendomi gli ultimi metri d’immersione. All’interno del porto, sotto le barche dei pescatori, tra i rifiuti e gli scarti della pesca, vedo emergere una polpessa (Octopus macropus) da un secchio di vernice. Ancora una volta, ho trascorso una bella serata e ne sono felice. Riesco a svestirmi senza problemi e me ne torno a casa per cenare, bello carico e pronto alla sveglia alle 6:30 di domattina, questo sabato ho da lavorare e presenziare ad un convegno di cardiologia a Napoli.