Marco Gargiulo

Scoglio del Vervece

Una convocazione serale inattesa cambia i miei programmi per il sabato, costringendomi ad “appendere” il caro amico Fabio con il quale avevo in programma un’immersione notturna, ma l’opportunità di un tuffo allo Scoglio del Vervece non può essere sprecata. Così, a seguito della telefonata di Antonino Maresca mi sono organizzato per andare a fotografare anche le operazioni di recupero della statua del Bambin Gesù che era stata deposta ai piedi della Madonna del Vervece. 

Appuntamento alle ore 11 con Gaetano Milone, Don Antonino De Maio, Antonino Maresca ed Antonio Vanacore presso il porto di Marina della Lobra a Massa Lubrense. Ci raggiungono anche il comandante Giancarlo Antonetti con il figlio Renato ed i nipoti. Partiamo con lo “sciallino” alla volta del Vervece con un vento teso da Est che agita il mare e raffredda l’aria, con la temperatura esterna che è di 8°C ma con una temperatura percepita praticamente polare …. raggiungiamo il Vervece preparandoci a ridosso dello scoglio, Gaetano ci porta quindi in prossimità della statua, contrastando il moto ondoso, ci “scarica” in mare rapidamente per poi tornare a ridosso. Mentre i miei amici Antonio e Antonino si dirigono sul posto con il pallone sollevatore, io sono in difficoltà alle prese con un’errata valutazione della pesata …. ho cambiato muta ed indossato un sottomuta diverso dal solito e cambiato la cintura di zavorra …. scendo con grande difficoltà sul fondo e confesso di essermi affaticato nell’operazione. Raggiungo i compagni ed inizio a scattare qualche immagine mentre provvedono ad aprire il lucchetto e rimuovere la catena. Li vedo poi risalire verso la superficie ma mi guardo bene dal seguirli. Mi sposto così in direzione della foresta di gorgonie rosse ma lungo il percorso vengo “distratto” dalla presenza di un bellissimo pesce San Pietro. Mi avvicino e scatto …. il pesce inizia a nuotare verso la superficie, lo seguo per un breve tratto ma il suo incedere a zigzag e la mancanza di collaborazione di altri subacquei mi fa perdere presto il contatto visivo. Continuo a lottare con l’assetto “positivo” anche della fotocamera, con il superdome e i braccetti galleggianti, che uso abitualmente in macrofotografia o con minidome, aggiunge difficoltà al rimanere in assetto per fotografare. Termino i trenta minuti d’immersione programmati effettuando la risalita mantenendomi alla roccia. Appena fuori dell’acqua segnalo la mia presenza e mi vengono a prendere,  salgo a bordo e attendiamo anche l’arrivo di Tonino ed Antonio. Rientriamo subito a terra dove effettuiamo le foto di rito e ci spogliamo immediatamente per riprendere calore.  
E’ stato un grande piacere poter collaborare alle operazioni e, nonostante le molteplici difficoltà, la giornata è stata molto utile ed istruttiva …. ho affinato la conoscenza dell’assetto della nuova custodia Nauticam ma soprattutto ho capito che avrei dovuto usare muta stagna e zavorra che uso solitamente! 

https://www.ilmattino.it/napolismart/cultura/massa_lubrense_torna_superficie_bambinello_dai_fondali_vervece-4255602.html?fbclid=IwAR1E3kUmnBaZx7cx-pRD4rhRWeTS022AFGxPMIxWZUyH9uU3Z_x5EWVDSzI

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