“Scirocc a’ Levant, nun ven maje vacant!” (scirocco a levante non arriva mai vuoto) è un vecchio detto marinaresco conosciuto qui in penisola sorrentina e sta ad indicare l’elevata probabilità di pioggia quando il vento arriva da Sud-Est. Mi sveglio infatti con un vento fortissimo ed il cielo carico di nuvole nere, non faccio colazione e mi dirigo subito al laboratorio di analisi cliniche del mio amico e collega Alessandro, per andare a fare un prelievo venoso per controllare la situazione clinica della dislipidemia di cui soffro. Al rientro vado a portare a ricaricare un monobombola, passo a controllare il mare e poi inizio a sistemare tutte le varie incombenze domestiche.
Finalmente, prima dell’ora di pranzo, ho il tempo di affilare gli attrezzi fotografici in previsione dell’uscita serale. Inganno il tempo nel primo pomeriggio rilassandomi davanti alla Playstation ed effettuando la piccola manutenzione settimanale all’acquario marino tropicale che si trova nel salone di casa.
Alle 17:30 scendo di casa, nel frattempo il cielo si è ripulito dalle nuvole ma il vento è ancora fortissimo; sotto costa, qui a Sorrento, è possibile andare in acqua con mare liscio come l’olio. L’acqua non sarà limpida ma non importa, dopo il fine settimana trascorso con la famiglia a Parigi, è il caso di andare a fotografare sott’acqua di nuovo! La profezia al momento sembra non essersi avverata, di pioggia non v’è più traccia, speriamo non sia vuota (di soggetti) anche la serata a Marina Grande!
Il borgo marinaro ha cambiato volto a distanza di 15 giorni, i ristoranti sono quasi tutti chiusi, soprattutto il “Delfino” che illuminava la scogliera del porticciolo. Parcheggio agevolmente vicino alle scalette e mi preparo, il vento è intenso e girato un poco, agita leggermente lo specchio d’acqua nel quale mi immergo, torbida nei primi metri. All’esterno della scogliera la situazione migliora, la serata sembra promettente con tantissimi latterini che guizzano davanti alle lampade montate sullo scafandro Nauticam NA-D850, sulla quale ho montato come di consueto, il Sigma 15 mm con minidome Saga Dive e flash Ikelite DS161. Stasera ho portato con me anche un piccolo attrezzo da provare, fornitomi dal mio amico e main sponsor Pietro Cremone di Fotosub-Shop, che rappresenta forse il vero motivo per il quale sono andato in acqua.
Subito incontro una mazzancolla sul ripido pendio fangoso; scatto immediatamente ma provenendo dall’alto rispetto al soggetto, non riesco a frenare in tempo, la sopravanzo ricoprendola con il polverone sollevato dalle pinne. Proseguo fino a circa 30 metri di profondità, dove ritrovo l’enorme triglia che avevo visto l’ultima volta ed un piccolo polpo in caccia sul fondo che tenta di catturare i latterini abbagliati dalle lampade. Attendo qualche attimo sperando di riuscire a catturare anche io il momento cruciale, ma un paio di suoi tentativi vanno a vuoto. Vado oltre e dopo un’altra mazzancolla, finalmente incontro un bel soggetto, un pesce prete Uranoscopus scaber completamente infossato nel sedimento. Con l’accessorio montato sulla fotocamera sono un poco in difficoltà nell’avvicinarmi come desiderato, i miei movimenti sono impacciati e ben presto fanno si che il pinnuto abbandoni la sua mimetica posizione. Scappa via, provando più volte a seppellirsi di nuovo, ma io sono pronto ad avvicinarmi ogni volta per scattare, fin quando fugge via rendendomi impossibile inseguirlo. Sono ancora a 25 metri e l’aria della bombola comincia ad essere poca, risalgo così lungo il pendio che da fangoso diventa sabbioso, qui trovo una bella stella corazzata Astropecten auranciacus che rappresenta un ottimo soggetto per effettuare le prove che avevo in programma. Trascorro il resto dell’immersione ad effettuare dei test, verificando una serie di inconvenienti che andranno corretti alla prossima occasione, sopraggiungono anche problemi al flash di sinistra che non scatta, il cavo in fibra ottica che comanda il flash sembra essere interrotto, inizio ad armeggiare invertendo i cavi per capire se è un problema del cavo, così sembrano funzionare, ma a questo punto è il tempo di rientrare. A pochi metri dalla spiaggia, sotto le barche dei pescatori, trovo infine due grandi cefali morti, gettati in mare dai pescatori come scarto insieme ai consueti rifiuti.
Alle 20 sono già svestito, telefono a casa per avvisare mia moglie che mi attende per uscire a cena, corro subito in garage a sistemare le bombole scariche, lavo tutta l’attrezzatura e la stendo fuori al balcone legandola con dei cordini per non farla volare via a causa del vento ancora fortissimo e poi vado subito a fare la doccia. Alle 21 sono pronto e me ne vado a mangiare una pizza con lei.
Al mio ritorno, l’attrezzatura è già bella asciutta, grazie al vento caldo. Metto tutto dentro lo studio per evitare sorprese, durante la notte arriva come previsto un temporale, con una bomba d’acqua che si scatena e che avrebbe bagnato di nuovo l’attrezzatura.
In conclusione, la profezia è stata rispettata … “Scirocc a’ Levant, nun ven maje vacant!”