Alle 8 ho già tutto pronto, ho cambiato l’obiettivo Tokina 10/17 mm e rimesso sulla Nauticam NA-D850 il Sigma 15 mm con minidome Saga Dive. Domy passa a prendermi come al solito, andiamo al diving a preparare le attrezzature ed aspettiamo arrivo di Umberto, David, Cristian ed Alessia. Oggi siamo diretto a Lazzaro, e ci mettiamo in viaggio per una ventina di minuti. Quando arriviamo non troviamo posto per parcheggiare le auto come al solito, nei pressi delle scalette, siamo costretti a scaricare le attrezzature e poi andare a cercare un posto dove lasciare le vetture.
Quando ci tuffiamo l’acqua è limpida ma c’è una discreta corrente. Raggiungiamo tutti insieme il relitto, la bettolina lunga circa 80 metri, inclinata su un fianco sul fondale sabbioso che parzialmente la ricopre. Lo esploriamo tutto, anche se non riesco a vedere il grande grongo Conger conger che si nasconde tra le lamiere dello scafo.
Ce ne risaliamo soddisfatti dopo una sessantina di minuti, decompressione compresa; si torna al diving dove ci attende una bella birretta ghiacciata. Siccome il frigorifero del diving si sta svuotando, passo alla Conad per ripristinare la scorta e per fare la spesa per il pranzo con la famiglia.
Il pomeriggio trascorre tra il letto, il lettino e qualche foto alle figlie in spiaggia, un poco di relax è necessario per ricaricare l’energia spesa in questi lunghi mesi di lockdown e di lavoro in remoto. A cena poi, ce ne andiamo a Pellaro, dove ho prenotato un tavolo su suggerimento di Umberto.