Nuvole, nuvole, nuvole … tante nuvole si sono addensate in questo periodo dell’anno, tali e tante da “sgonfiarmi” quasi completamente.
Solo oggi, dopo due lunghi mesi, sono riuscito a tornare in immersione con le bombole, dopo qualche fugace apparizione in apnea. Grazie al passaggio da Zona Rossa a quella Arancione, è stato infatti possibile andare in mare, anche se necessariamente all’interno del Comune di Residenza.
Sono rientrato un pò prima da lavoro e subito mi sono messo all’opera per ricomporre la fotocamera che era completamente disassemblata. Avevo messo in carica ieri sera le batterie dei flash ONEUW 160X ed ho montato come sempre il Sigma 15 mm con il minidome Saga Dive sulla Nauticam NA-D850.
Alle 17 sono sceso di casa e dopo il necessario passaggio per il garage, sono andato a Marina Grande dove mi attendeva il mio amico d’infanzia Antonio Ferola. Stasera ho anche “battezzato” la nuova automobile, una Skoda Kodiaq, molto spaziosa e con il pianale posteriore leggermente più alto, che complica leggermente le operazioni di vestizione. Per fortuna il mio amico mi ha assistito così da rendere le operazioni più agevoli. Lo saluto e mi tuffo nello specchio d’acqua del porticciolo.
Si sente il rumore di onde che frangono sulla scogliera, ma nulla d’importante, all’interno il mare è calmo. L’acqua però è molto torbida, fortunatamente migliora all’esterno lungo il pendio fangoso.
Immediatamente incontro due pesci serpente Ophisurus serpens tra i rifiuti che sono sul fondo. Recupero infatti una vecchia maschera subacquea tutta incrostata ma tutt’intorno ci sono anche svariati componenti di una batteria di pentole.
All’interno di una bottiglia di vetro c’è un piccolo polpo, mentre poco distante vedo un calamaro adagiato sulla sabbia. Pre-imposto la fotocamera e mi avvicino, sperando che non fugga subito via come un missile. Il cefalopode mi concede qualche scatto, poi inizia a spostarsi ma sempre mantenendosi basso sul fondo, riesco a seguirlo abbastanza agevolmente e non “stringo” troppo la distanza tra il soggetto e l’oblò per non indurlo ad una inevitabile fuga repentina. Lo seguo per una quarantina di secondi, durante i quali penso al mio amico al di sopra della superficie, il calamaro si dirige verso un fondale più profondo e, mentre scatto le foto, spero che si distacchi un poco dal substrato per fotografarlo nel nero, ma non ci riesco. Arrivo a quasi -40 metri e lo lascio sfilare nella penombra per evitare qualsiasi complicazione nella decompressione.
Risalgo in prossimità del muretto dove staziona abitualmente il mio amico Antonio per pescare i calamari e mi dedico a recuperargli tre “artificiali” che ha perso nelle precedenti settimane, impigliati tra i rifiuti e gli scogli. In questo punto è presente anche un drappo rosso dove ancora una volta trovo un giovane tordo pavone addormentato tra le pieghe della stoffa.
Come già segnalato, in questo punto sotto l’hotel, ci sono numerosissimi rifiuti edilizi seguenti ad una ristrutturazione, buttati in mare invece che in discarica e non è un bel vedere. Una castagnola infatti dorme all’interno del sifone di un WC!
Sono ormai intento a rientrare, costeggio la scogliera a bassa profondità e raggiungo l’interno del porticciolo dove c’è la carcassa di un grande cefalo gettato in mare come scarto della pesca e diventato preda dei murici. Tra le ancore di ormeggio dei natanti trovo anche un piccolo polpo in una mezza bottiglia di Coca Cola ed una triglia che riposa sotto una busta di plastica.
Al mio arrivo in spiaggia trovo Antonio con il telefonino, pronto a scattarmi una foto ricordo. Mi assiste nella svestizione e gli racconto dell’incontro … appena sono pronto per andar via, scattiamo una foto ricordo insieme, subito dopo mi saluta e va ad imbracciare la sua canna da pesca per riprendere la caccia!
Alle 20 sono a casa, faccio un velocissimo lavaggio dell’attrezzatura subacquea e fotografica, stendo il “bucato” ad asciugare e vado a fare la doccia. Non pensavo di fare in tempo ad accompagnare mia figlia Lidia dal dentista alle 21 ed avevo allertato la sorella Lorenza per portarla all’appuntamento con lo scooter. Visto però il gran freddo, circa 9°C, decido di accompagnarla io con l’auto, essendomi rapidamente rivestito. Scendo così con lei per effettuare la visita di controllo programmata ed al ritorno finalmente mi posso sedere a tavola per la cena. Ho una gran fame e sicuramente mangio più del dovuto … l’immersione mi porta sempre un grande appetito!
E’ stato bello tornare in acqua, ma la sensazione finale è stata di leggera frustrazione a causa dell’impaccio che avevo in acqua per il corrugato del GAV che non era fissato dall’elastico (e se ne andava in giro) impedendomi di effettuare le opportune correzioni di assetto con la necessaria tempestività.
Ad ogni modo torno a casa soddisfatto e sicuramente appagato nello spirito, felice di aver “bagnato” una giornata molto cupa.