Sono passati 44 giorni dall’ultima immersione, me lo segnala il computer subacqueo quando controllo lo stato di carica della sua batteria e sistemo la fotocamera per andare in acqua.
La giornata è stata bellissima, non fa freddo come nei giorni precedenti ma ci sono comunque 10°C, Mentre carico l’attrezzatura nell’auto vedo le nuvole colorarsi di rosso … la serata promette bene.
Mi ritrovo però nel traffico a causa di una chiusura stradale per lavori che ha paralizzato l’intera città. Non mi lascio distrarre e penso alle operazioni da effettuare di lì a poco.
Arrivo a Marina Grande di Sorrento, trovo il mio amico Antonio che è già sul posto per pescare e, come sempre, mi aiuta nella vestizione e mi aspetterà all’uscita per assistermi ancora. Ci divertiamo però prima a scattare qualche foto alla Ferrari parcheggiata vicino alla mia vettura …
Il mare è calmo e l’acqua abbastanza limpida, il cielo però si sta annuvolando. Scendo sul pendio fangoso e subito incontro un piccolissimo polpo nel collo di una bottiglia di vetro. Non mi trattengo e vado oltre, ma anche in profondità non vedo altro che rifiuti: tante bottiglie di vetro, ma anche nasse, alcuni pneumatici che si trovano nei pressi della barca in vetroresina affondata, diventata negli anni uno dei miei punti di riferimento durante l’immersione.
All’improvviso ecco l’occasione propizia … da lontano vedo un pesce balestra venire abbastanza velocemente verso di me … mi preparo e gli vado incontro … scatto la prima (ed unica) foto e lo perdo immediatamente nel buio della notte e nel fango sollevato dalle mie pinne. Mi alzo dal fondo ed inizio a guardarmi intorno per vedere se riesco ad individuarlo di nuovo. Sono a oltre 30 metri di profondità ed a metà dell’immersione, non è saggio continuare a cercare, così proseguo risalendo un pochino. Nei minuti successivi resto assorto nei miei pensieri, rammaricandomi dell’occasione sfumata. Ci sono ancora rifiuti sul fondo e sembra non esserci altro.
Di nuovo da lontano vedo un pesce balestra, sembra più piccolo … abbasso per un attimo lo sguardo alla fotocamera per cambiarne le impostazioni e modificare l’intensità e colore della luce di ricerca ma quando alzo gli occhi, non riesco più a vederlo! Maledizione!
Cerco un pochino nei paraggi ma non lo vedo e me ne risalgo a bassa profondità per iniziare i 6 minuti di decompressione che mi segnala il computer subacqueo.
Sono abbastanza contrariato, ma questo è il normale andamento di una “notturna” dopo lunga assenza; si perdono i tempi d’azione, le movenze in acqua non sono quelle abituali e l’approccio non è quello rilassato che necessitano i soggetti per essere avvicinati e fotografati.
Poco male, non importa; la notizia più bella è che finalmente sono riuscito a “bagnare” quest’anno 2021 e ricaricare le mie vene d’azoto, con il benessere che solo un subacqueo può apprezzare a pieno.
Nel percorso di ritorno incontro tre grandi pesci serpente Ophisurus serpens, l’ultimo dei quali sembra essere un esemplare a me già noto … sono ormai anni che incontro nei pressi della scogliera questo individuo che porta sul muso una escrescenza carnosa … dovrò a questo punto battezzarlo con un nome!
All’interno del porto poi, trovo una polpessa Octopus macropus tra le cime e catene di ormeggio. Scatto qualche foto e poi torno a terra dove mi attende il mio amico Antonio. Mi aiuta nella svestizione mentre racconto dei miei avvistamenti subacquei. Lo lascio mentre è ancora intento a lanciare il suo artificiale fluorescente in mare, sono le 20:15 ed è ora di andare a casa a lavare l’attrezzatura. Sono felice ed appagato e non vedo l’ora di tornare di nuovo in acqua!
Anche stasera però ho dato il mio piccolo contributo alla pulizia dei fondali, una maschera è tornata a terra ed è finita nell’immondizia, di meglio non mi era possibile fare …