Mi sveglio con l’abituale lombalgia, ormai certificata anche dalla recente risonanza magnetica nucleare che ha confermato un’ernia fiscale L4/L5 ed una protrusione L5/S1. Dopo colazione prendo una capsula di dicloreum 150 mg per “doparmi” in previsione dell’immersione serale e metto in carica le batterie delle lampade subacquee prima di uscire di casa. La giornata è magnifica, con una temperatura di 18°C ed il mare calmo. Durante il lavoro penso continuamente a valutare le condizioni della mia schiena e tutto sembra procedere per il meglio.
Quando rientro a casa e sono in procinto di preparare la fotocamera Nauticam NA-D850 con micronikkor 60 mm e flash OneUw 160X, ricevo due telefonate e devo rimettermi a lavorare ancora per un poco, finalmente alle 18 sono libero e vado a prendere l’auto. Stasera però, al mio rientro a casa, non mi sarà possibile guardare al monitor le foto scattate perché il mio iMac 27″ è in manutenzione.
Prendo l’attrezzatura dal garage e raggiungo Marina Grande dove c’è già il Antonio Ferola ed il suo amico Mario. Inizio a vestirmi mentre loro insidiano i calamari in un mare piatto. Ho montato la lente macro perché nelle ultime immersioni scarseggiavano soggetti adeguati ad un obiettivo grandangolare, speravo poi di fotografare il piccolo polpo nella bottiglia.
Entro in acqua dalla spiaggia e l’acqua è molto sporca, ma il mare resta liscio come l’olio. Subito incontro un alcionario rosso ma proseguo lo stesso verso le zone più profonde. Cerco a lungo sul fango ed incontro solo una grande stella corazzata. Più avanti una piccola attinia Andresia partenopea, poi una seppia, una capesanta Pecten jacobaeus, un gronco delle Baleari Ariosoma balearicum.
Arrivo fin sotto l’hotel dove ci sono i miei amici pescatori e qui trovo una piccola Sepiola rondeleti che subito si insabbia. Le mie attenzioni “ravvicinate” la fanno spostare e scappare via. La seguo ed inizio a scattare tenendo l’esserino nel fascio luminoso delle potenti lampade. Fatico un pochino a mettere a fuoco ma nel mirino della fotocamera la seppiolina è bellissima e coloratissima. La seguo mentre risale sempre di più nella colonna d’acqua ma quando inizia a suonare il computer subacqueo, mi accorgo di essere arrivato a solo 6 metri di profondità e di avere la decompressione da effettuare. La lascio andare via e me ne torno sul fondo, dopo aver perso per un attimo l’orientamento.
Costeggio la scogliera effettuando il percorso di ritorno verso terra. Inizio a controllare ogni singolo rifiuto sottomarino, con particolare attenzione alle bottiglie di vetro e qui finalmente incontro ben due piccoli polpi in due diverse bottiglie. Mi diverto a scattare aspettando che provi a fuoriuscire all’esterno. La scelta della lente macro è stata quella giusta, peccato solo non aver portato con me lo Snoot di Fabio Iardino per il mio flash OneUw, perché così avrei potuto realizzare qualche foto con un’illuminazione ancora più interessante.
Prima di terminare l’immersione ritrovo il mio amico “Pippo”, l’esemplare di Ophisurus serpens con l’escrescenza sul muso, ma prima anche un altro esemplare più piccolo.
Nel rientrare in porto noto una stranissima corrente in opposizione che mi rende difficoltoso l’incedere. Nulla di preoccupante ma una sensazione strana e mai provata prima. Forse sarò un poco stanco …
Ad attendermi c’è Antonio che mi chiede di fermarmi in acqua per scattare qualche foto … lo invito a sbrigarsi perché il peso dell’attrezzatura è enorme e la mia schiena non lo ringrazierà!
Raggiunta l’auto mi aiuta nella svestizione. Non è stata una serata fortunata per lui mentre il suo amico Mario ha preso una bella seppia, forse quella che ho visto io! Prima di andare via scatto un rituale selfie con lui e parto alla volta di casa alle 2045. Non resta che lavare il tutto e stenderlo ad asciugare, guardo fugacemente qualche scatto dal display della Nikon D850 e poi posso andare a cenare. Sono contento, qualche scatto interessante sembra esserci, ma soprattutto ho fatto un bel tuffetto nel mio adorato mare domestico!