Il mare è calmo da alcuni giorni, martedì infatti, mentre ero a Napoli per una riunione di lavoro, ho potuto apprezzare anche l’acqua limpida sotto il Castel dell’Ovo, bisogna approfittare! Nelle prime ore del mattino interpello tramite messaggio mio fratello per conoscere la sua disponibilità per la serata … non ha nulla pronto e desiste. Decido così di andare da solo.
Intorno alle 12, mentre sono a lavoro a Torre Annunziata, mi sento chiamare … è Mimmo Roscigno nella sua auto che ha appena terminato il suo orario a scuola. Approfitto per prendere un passaggio per andare a riprendere l’auto parcheggiata abbastanza lontano. Non immaginavo di trovarlo qui in zona, poiché era prevista una “scorribanda” subacquea a Saline Ioniche con il suo compare Rosario Scariati. Il meteo in Calabria/Sicilia è tuttora pessimo e li ha invitati a restare a casa. Mi lascia nei pressi dell’automobile e proseguo la mia giornata lavorativa tornando a Sorrento per andare in ospedale. Al termine della giornata lavorativa, verso le 18 inizio a preparare la fotocamera subacquea, montando questa volta il Tokina 10-17 mm abbinato con minidome, ma senza usare la necessaria prolunga.
Accompagno mia figlia Lidia a Danza alle 1830 e passo per il garage a prendere la muta stagna SANTI che era a deposito. Non trovo però le abituali pinne grigie, mi ricordo di averle lasciate al Punta Campanella Diving l’ultima volta che sono andato a mare. Prendo un altro paio di pinne, leggermente più lunghe che dovrebbero entrarmi con gli stivali della muta (in acqua mi accorgerò che sono troppo morbide se usate con la stagna).
Alle 19 sono a Marina Grande. C’è ancora tanta gente in giro, i ristoranti sono aperti e ci sono tavolini ovunque. Fortunatamente riesco a parcheggiare davanti ristorante Delfino. Mi affaccio al muretto per guardare il mare, poi inizio la vestizione dopo aver sistemo la fotocamera, già assemblata da casa.
La marea è bassa e l’acqua limpida anche all’interno del porto. Scendo subito in profondità come faccio abitualmente e subito incontro una stella corazzata. Mi dirigo in direzione della barca affondata che non c’è più, rimossa nell’ultima pulizia dei fondali. Inizio a fare qualche scatto ma mi accorgo dopo un poco che le regolazioni della fotocamera sono tutte sballate, impostate con Iso automatici e temperatura colore 10000°K. Dopo aver scattato delle foto alla Stazione Zoologica di Napoli mi sono dimenticato di riportarle a quelle abituali.
Nei pressi di un enorme cubo di cemento, messo in mare durante le operazioni di posa del cavo elettrico ad alta tensione che fornirà energia all’Isola di Capri, trovo una strana ed improbabile coppia: un polpo ed una cernia dorata (Epinephelus costae) incredibilmente vicini. Inizio a scattare e l’idillio viene spezzato. Mentre il polpo resta immobile sulla nassa abbandonata su cui era appollaiato, la cernia inizia a spostarsi lasciandomi solo il tempo di un paio di click. Proseguo il mio giro e su un residuo della barca affondata, c’è una piccola Alicia mirabilis.
Qui in profondità, intorno ai 30 metri, c’è ancora tanto materiale antropico. Sono ancora molte le nasse abbandonate e vicino ad una boa c’è anche un brandello di rete da pesca. Incontro un’altra cernia dorata, leggermente più grande, un piccolo polpo, una triglia con occhio opacizzato, un pesce serpente Ophisurus serpens e sotto il muretto, trovo bella seppia forse attirata dalla luce che proviene dall’esterno.
Il mollusco prova a nascondersi sotto il sedimento, ma quando mi avvicino per scattare, balza di nuovo fuori per seppellirsi qualche metro più in là. La (in)seguo più volte nel suo “balletto” fin quando riesco ad allontanarla dal fondo per scattare qualche foto mentre si sposta nel nero della notte.
Durante la fase di rientro verso terra, trovo un secondo serpente di mare, nei pressi della scogliera frangiflutti. Ritorno all’interno del porticciolo dopo una settantina di minuti.
Esco dall’acqua aprendo con il telecomando che ho nella tasca il portellone posteriore dell’auto per riporre subito tutto. Prima di svestirmi però, effettuo un lavaggio sommario della muta con una tanica da 5 litri d’acqua dolce che ho portato, per assicurarmi di non portare sabbia a casa, poi mi spoglio con comodo dopo aver avvisato casa. Sono le 21 e per la prima volta pubblico una “storia” Live su Instagram. Mentre sistemo tutto in auto, fornisco anche delle informazioni per la cena ad una coppia di turisti, consigliando i ristoranti dei miei amici pescatori.
Rientro a casa dopo esser passato per il garage per posare le bombole. Trovo la mia famiglia già a tavola così ceno immediatamente, solo dopo provvedo al lavaggio della fotocamera e della muta che, così appesa, sembra quella di un individuo alto oltre 2 metri! Finalmente riesco ad andare a fare la doccia. Verso le 23 asciugo lo scafandro e lo apro, accendo l’iMac 27″ e scarico le foto scattate. Dedico così una mezz’ora di relax post immersione, guardando il lavoro fatto prima di andare a dormire.