Dopo molti giorni di temporali e pioggia torrenziale, questa mattina finalmente è spuntato il sole. Forse sarà proprio l’estate di San Martino o forse no, ma quella odierna è stata proprio una giornata estiva. Ho anche sbagliato l’abbigliamento quando sono uscito di casa questa mattina, il giaccone nuovo che ho indossato era fin troppo caldo ed ho sofferto tutto il dì.
In verità ho sofferto molto di più nel guardare il mare calmo come l’olio, mentre costeggiavo la strada statale sorrentina a bordo della mia automobile. Non ho però perso di vista l’obiettivo giornaliero … ed ho cominciato ad inviare messaggi ai miei amici subacquei … ci sarà qualcuno disponibile ad accompagnarmi stasera per un bel tuffo notturno?
Incredibilmente arrivano due conferme, c’è solo da concordare il nostro incontro, o meglio, come fare per recuperarli entrambi! Chiudo le incombenze lavorative e finalmente posso dedicarmi ad assemblare la fotocamera. Vista la tanta pioggia dei giorni passati, la scelta più opportuna sarebbe quella di usare il Micro Nikkor 60 mm con l’acqua probabilmente torbida, ma un malfunzionamento che ho notato nelle ultime immersioni mi suggerisce di desistere e di mandarlo a revisione. Meglio utilizzare allora il minidome Saga Dive con il Sigma 15 mm ed i due potenti flash ONEUW 160X.
L’appuntamento è con Fabio Russo a Sant’Agnello, ma prima devo passare al garage a prendere la mia attrezzatura e le bombole per entrambi. Appena pronti, lungo la strada che porta alla Marina Grande di Sorrento, passo a prendere anche Thomas Mario, giovanissimo Campione Italiano Cat. Esordienti di Safari Fotografico Subacqueo FIPSAS 2021, che invece sarà in acqua per allenarsi in apnea.
La temperatura del mattino ha sfiorato i 26°C ed anche in serata si sta alla grande. Mi preparo e scendo, nel frattempo il cielo si è rannuvolato, appena entro in auto inizia una pioggia leggerissima. Arrivo a casa di Fabio e carichiamo la sua attrezzatura a bordo ed andiamo sotto casa di Thomas mentre continua a piovere. Scendiamo a Marina Grande e parcheggiamo l’auto sul pontile, poi scarichiamo le attrezzature sotto la pioggia. Ci ripariamo sotto il portellone posteriore e ci vestiamo con grande difficoltà all’interno dell’auto. A guardarla dalla superficie, l’acqua sembra limpida.
Thomas che ha già indossato la muta da apnea a casa entra subito in acqua mentre noi ci prepariamo. Siamo quasi pronti ad immergerci quando arriva un’auto dei Carabinieri si ferma davanti a noi ed inizia a fare domande. Cerco di restare tranquillo ma confesso che la cosa mi mette in leggera agitazione … fortunatamente, assicuratisi che non andiamo a pescare, ci salutano e vanno via mentre noi entriamo in acqua.
Fabio si tuffa ed io gli passo le due fotocamere, lo seguo subito dopo aver chiuso l’auto con il telecomando che ho nella tasca del sottomuta. Nel frattempo però, ha smesso di piovere.
L’acqua non è fredda e sembra abbastanza limpida all’intento del porticciolo, al di fuori peggiora leggermente ma la visibilità è accettabile. Subito scendiamo sul sabbione tra tanti rifiuti antropici che ancora sono presenti sul fondo. Incontro alcuni paguri, poi uno scorfano nero sulla base di cemento della boa. Sul retro della fotocamera il display cambia colore … la luce verde cambia colore e si trasforma in un azzurro lampeggiate … è il segnale che la batteria del sistema Vacuum dello scafandro sta per scaricarsi, ma ne è ancora garantito il funzionamento.
Tra i rifiuti recupero un Rapala viola impigliato in un pezzo di rete, lo porterò al mio amico pescatore Antonio che sarà sicuramente contento. In profondità ci sono ancora molte nasse abbandonate, e brandelli di rete.
Sopra le braccia di una grande stella marina mi accorgo della presenza di un piccolo gambero vinaio, peccato per non aver portato la lente macro per fotografarlo. Alla base della struttura di cemento a cui è presente la stella, c’è una grande batteria che andrà recuperata, cerco così di prendere i riferimenti per ritrovarla. E’ a ridosso della seconda boa andando verso i Bagni Sant’Anna a circa 28 metri di profondità.
Più avanti c’è anche un grosso pezzo di vetroresina, residuo di una imbarcazione ed ancora più in là una plastica blu che si usa nelle cassette della frutta … la tiro fuori dal sedimento e ne faccio una pallina, dopo averla fotografata. La inserisco nella grande tasca della muta stagna Santi e proseguo il mio giro. Fabio è sempre a qualche metro da me, ma ovviamente ci disturbiamo un pochino a vicenda, sollevando il sedimento dal fondo.
Recupero anche una spina elettrica e una lampada stroboscopica di segnalazione di attrezzi da pesca che metto nella tasca prima di incontrare un serpente di mare Ophisurus serpens che ben presto si infossa nel sedimento. Incontro anche qualche piccolo polpo ma ben presto mi accorgo di un grandissimo pezzo di rete abbandonata che si solleva dal fondo con i suoi galleggianti. Anche questa necessiterà un recupero quanto prima.
Fabio mi segnala con la lampada un dentice addormentato. Ha dei segni sul corpo che inequivocabilmente mostrano che il pesce è riuscito a sfuggire alle maglie di una rete. Mentre scatto, Fabio è alle prese con un grande vermocane. Siamo ormai nella fase di rientro a terra, nei pressi della scogliera e si cominciano a vedere le luci gialle della banchina.
Siamo sotto il pontile metallico quando segnalo immediatamente a Fabio la presenza di un piccolo polpo di rena Macrotripothus dephilippii che stavamo cercando per fini di documentazione scientifica. Iniziamo a fotografare ma dopo poco comincia a scappare via. A noi non dispiace perché è così possibile fotografarlo in tutta la sua eleganza mentre nuota a mezz’acqua.
Terminiamo di lì a poco l’immersione perché l’aria nelle bombole è esaurita. Thomas, che ci ha atteso prima di uscire dall’acqua, ci aiuta a salire il gradone che ci separa dalla terraferma. Esce prima Fabio al quale passo la mia bombola ed i piombi, prima di effettuare il balzo per salire sulla base tufacea. Fortunatamente non piove e possiamo svestirci tranquillamente, ma solo dopo aver scattato un selfie ricordo.
Immancabile la telefonata a casa e la ricomposizione delle borse subacquee. Accompagno dapprima Thomas e poi arrivo a Sant’Agnello per lasciare Fabio. Torno indietro e parcheggio l’auto inizialmente sul marciapiedi sotto casa per scaricare il pesante materiale utilizzato. Mentre eseguo l’operazione, un’auto si ferma dietro la mia, mi sento chiamare … sono Cinzia ed Antonio, i genitori di Thomas che sono di rientro da una giornata di lavoro a Napoli … li saluto, rassicurandoli di aver “consegnato” il loro gioiello a casa!
Mi attende ora l’immancabile operazione di lavaggio e asciugatura. Scatto anche una foto al materiale recuperato sott’acqua, anche se è poca roba, la cosa mi rende sempre felice e soddisfatto. Vado così a cenare, la pasta e ceci ripassata in padella, la mia preferita e dopo a fare la doccia. Solo passate le 23 e posso aprire lo scafandro per scaricare foto scattate ed iniziare a scrivere il racconto dell’immersione al computer.