Anche stamattina mi sono dedicato a sistemare qualcosa nell’acquario marino tropicale che ho nel salone di casa, poi sono andato a ricaricare le bombole scariche ed ho effettuato un sopralluogo … c’è vento da Nord e una leggera onda, l’acqua nel porticciolo è torbida ma fuori sembra accettabile. Vediamo come evolve la giornata …
Tornato a casa inizio a smontare l’albero di Natale, ma non è un’operazione che amo e lascio campo libero alle mie donne. Dopo pranzo mi siedo al computer a sistemare qualche vecchia foto ma la mia mente è in “moto” con un pensiero fisso … “ho fatto la terza dose (d’azoto) perché non fare anche la quarta?” Il meteo è accettabile, penso che si possa provare a caricarsi di un pò di azoto sott’acqua!
Nonostante le ultime immersioni siano state abbastanza deludenti, è sempre bene andare a mare a controllare, anche per compensare i periodi nei quali non potrò andarci. Alle 16:45 mi decido e preparo la fotocamera, è già tutto configurato, devo solo inserire le batterie nei flash e chiudere lo scafandro. Decido anche di approfittare per prendere dal garage gli scatoloni per riporre a posto gli addobbi natalizi, ma poi cambio idea e scendo direttamente “Ready for Diving”.
Passo lo stesso per il garage a prendere la bombola e alle 17:30 sono a Marina Grande di Sorrento. Quando arrivo non c’è il solito posto per l’auto ma c’è Antonio Ferola che sta pescando e sta mostrando la sua tecnica ad un’amica veneziana. Non lo avevo chiamato preventivamente per non “costringerlo” a scendere a pescare e lui ha fatto lo stesso pensando la medesima cosa!
C’è onda fuori la scogliera, ma non ho problemi ad entrare in mare. Mi comincio a preparare ma mi accorgo di aver lasciato il cappuccio ed i guanti a casa ad asciugare! Torno su e poi ritorno indietro, ancora una volta non trovo libero il “posto mio” e sono costretto a trasportare la pesante attrezzatura fino alle scalette.
Finalmente sono pronto ed entro in acqua alle 18:30. Ho deciso di andare verso destra per non disturbare Antonio e gli altri pescatori che nel frattempo sono arrivati, ma una volta in acqua sono costretto a cambiare percorso a causa di una rete posizionata già all’interno del porto.
L’acqua dentro la scogliera è sporca come immaginavo, mentre fuori migliora leggermente. Vado giù dritto verso il fondo fino a 30 metri, non c’è granché così risalgo subito a quota più bassa per costeggiare la scogliera fino ad arrivare sotto la terrazza dell’hotel.
Durante il tratto profondo ho visto una gorgonia arborescente Leptogorgia sarmentosa rossa e la ripulisco da un pezzo di rete che poi recupero. Più avanti ancora ritrovo l’Alicia mirabilis sul pezzo di vetroresina. Proseguendo verso la superficie, incrocio un piccolo polpo ed un primo pesce serpente Ophysurus serpens che quando accendo la luce rossa si nasconde comunque.
Proseguendo segnalo un Gronco delle Baleari, una castagnola Chromis chromis in un boccale di birra, il WC con i pesciolini dentro, un cerianto viola con un granchio alla base e durante il rientro sotto la scogliera, saluto il mio amico “Pippo” che si lascia avvicinare e accarezzare sulla testa dopo aver acceso la luce blu che non lo fa spaventare.
Ho solo 50 bar nelle bombole e sono in punta al molo dopo i canonici 60 minuti d’immersione. Fotografo una stella marina sul cuscino gonfiabile giallo, il tordo verde addormentato sotto l’attinia e mi accingo a tornare a terra.
Mi viene in mente di andare a controllare la rete e ci sono alcune triglie appena impigliate e vitali. Inizio così a fotografare e lo faccio per buoni 20 minuti fin quando l’erogazione dell’aria dalle bombole termina e sono costretto a risalire in superficie con zero bar.
Quando risalgo trovo Antonio e Valentina sulla spiaggia che mi sono venuti incontro. Antonio prende la fotocamera e la mostra alla sua amica, io ritorno ad aprire auto e scaricarmi dell’enorme peso. Mi accorgo che è piovuto ed il pavimento è bagnato. Mi svesto ed il mio amico mi aiuta nell’operazione. Appena terminato scatto una foto ricordo prima di ritornare a casa verso le 21. Solita consueta mezz’ora impegnata nell’operazione di lavaggio delle attrezzature e finalmente posso sedermi a tavola. Verso le 22.30 passo ad asciugare lo scafandro e lo apro per caricare le foto sul computer ed iniziare a guardarne il risultato.
Stasera mi sono “salvato” in zona Cesarini, gli ultimi minuti sono stati quelli più intensi e significativi, qualche scatto interessante è stato messo in archivio, altrimenti sarebbe stata un’altra serata magra e avara di soddisfazioni, ma l’accaduto rafforza ancora di più la mia convinzione che bisogna sempre insistere e non “mollare” mai!