Il meteo è ottimale quando suona la sveglia; soleggiato e con il mare calmissimo così come è possibile ammirarlo lungo la strada statale sorrentina. Invio un messaggio a Raffaele Scrofani per confermare l’appuntamento che avevamo prefissato ieri. E’ l’occasione per svagarsi un poco e distrarsi dalle pessime notizie di cronaca bellica che giungono dall’Ucraina, sotto attacco da parte della Russia.
La giornata trascorre tra Castellammare di Stabia, Torre Annunziata ed il Policlinico di Napoli. Tra i lunghi corridoi della struttura incontro un caro amico, il dr. Salvatore Genovese, con cui scatto una foto in ricordo dei bei momenti trascorsi in Diabetologia. Il cielo nel frattempo si annuvola un poco e cala anche la temperatura.
Come di consueto effettuo la pausa pranzo dal mio amico Pino Bozza, ma questa volta opto per una gustosa insalata di pollo. Quando vado a riprendere l’auto, trascorro qualche minuto a prendere il giro Pasquale, il gestore del garage, reduce dalla pesante sconfitta del Napoli contro il Barcellona.
La fotocamera è pronta, con obiettivo Micro Nikkor 60 mm montato già da lunedì, quando ho abortito un’immersione perché non mi sentivo in perfetta forma. Al mio rientro non avrò così molto tempo da perdere nella preparazione dell’attrezzatura. Martedì scorso si è agitato il mare e solo da ieri è migliorato. Essendomi attardato per lavoro a Napoli, avviso Raffaele di prendersela comoda e di posticipare il suo arrivo di una mezz’ora, quindi verso le 18:30.
Puntuale mi viene a prendere sotto casa. Mentre era in viaggio verso Sorrento ho anche preparato lo scafandro Nautismart Pro per il telefonino, in modo da scattare qualche selfie subacqueo. La luna è calante, il cielo è tornato sereno ed il vento è assente. Il mio amico Antonio Ferola è già sul posto a pescare i calamari e mi manda foto e video “live” delle condizioni del mare.
Arriviamo alle 19 a Marina Grande, c’è una barca in banchina davanti alla scaletta di pietra, ma è prossima ad uscire in mare e non ci preoccupa. Parcheggiamo sulla banchina ma ci viene chiesto di spostarci perché è in arrivo una “cianciola” che deve caricare il ghiaccio prima di uscire in mare. Abitualmente l’operazione è effettuata al porto di Marina di Cassano, ma l’impossibilità di raggiungere il porticciolo a causa dei lavori alla rampa per raggiungerla ha fatto traslocare i pescatori qui giù. Non mi era infatti mai capitato in passato e così siamo più scomodi rispetto al solito, con l’auto molto lontana dalla scaletta. Sul pontile metallico c’è il mio amico Michele che sta pescando le seppie, passa a salutarmi e mi avvisa che sarebbe venuto ad aiutarci al nostro ritorno. Ci vestiamo e verso le 19:45 siamo in acqua.
Iniziamo la discesa e l’acqua è molto torbida, la mareggiata ha avuto i suoi effetti. Scendiamo sul pendio e subito mostro al mio amico una piccola seppia tra gli abbondanti rifiuti sul fondo. Mentre scatto una foto ad un crinoide sopra una bottiglia di plastica, non mi accorgo della presenza di un Pesce San Pietro che Raffaele prontamente avvista con la torcia. Inizia a scattare ed io mi giro per capire cosa sta accadendo …
Mi avvicino ma ho difficoltà ad inquadrarlo per intero con il 60 mm. Restiamo sul posto per una ventina di minuti, sollevando ulteriore sedimento oltre a quello già presente nella colonna d’acqua, quando il computer subacqueo inizia a segnalare la decompressione da effettuare, salutiamo il pesce come preannunciato al mio amico nel briefing effettuato.
Proseguiamo risalendo lentamente sul pendio fangoso. Prima un piccolo polpo, poi recupero una maschera subacquea e vediamo un’altra piccola seppia. Mentre siamo a ridosso della scogliera, Raffaele trova un capone ubriaco Trigloporus lastoviza. Scattiamo a turno, il pesce “balza” continuamente aprendo e richiudendo le coloratissime pinne pettorali. Approfitto anche per tirar fuori dalla tasca della muta stagna la Nautismart Pro per girare un breve video.
E’ ora il momento di far ritorno a terra, costeggiamo la scogliera frangiflutti e sui grandi massi incontriamo tante menole, un bel paguro, un granchio facchino. Antonio ci controlla da lontano mentre pesca e mi scatta qualche foto mentre siamo in immersione. Quasi all’interno del porto, nei pressi del pontile metallico un paguro mangia l’esca che Michele ha lanciato per pescare le seppie. Ci sono anche tantissimi piccoli esemplari giovanili di Sarpa salpa e proprio sotto la scaletta di pietra, una polpessa Callistoctopus macropus. Sono trascorsi 65 minuti quando Michele ci viene incontro per aiutarci a posare le fotocamere a terra.
Ci spogliamo e spostiamo l’auto. Una volta pronti effettuiamo una videochiamata al nostro amico comune Fabio Strazzi che disturbiamo mentre è rilassato sul divano.
Sono a casa verso le 22, saluto Raffaele e inizio a provvedere al lavaggio delle attrezzature prima di sedermi a tavola per la cena. Anche stasera ho fatto centro!