Dopo una mezz’oretta d’intervallo all’interno della Baia di Jeranto, durante la quale abbiamo sostituito le bombole, fatto un bagno rinfrescante ed uno spuntino, ci muoviamo con direzione Scoglio Penna. Quando arriviamo sul posto per ormeggiare alla boa c’è un “tripudio” di onde causate dai motoscafi.
Per evitare qualsiasi “complicazione” alla mia situazione di salute gastrica, mi tuffo immediatamente dal gommone e scendo dal lato interno dello scoglio senza passare nel buco per attraversarlo. Giro in senso orario mantenendo la parete con le gorgonie bianche e gialle alla mia destra. Sorprendentemente osservo un grande vermocane Hermodice carunculata. Sulla punta ci sono alcune cernie dorate a mezz’acqua. Si mantengono a distanza di sicurezza, c’è anche un bel maschio in livrea nuziale.
Uno spirografo agita il suo ciuffo branchiale in corrente; raggiungo lo scoglio quadrato dove non trovo la famigliola di Apogon imberbis, non c’è nemmeno un pesce! Proseguo senza raggiungere in profondità le gorgonie rosse e mi fermo sulla punta dove ci sono numerosi piccoli barracuda, molto tranquilli. Approfitto anche per girare qualche breve video e osservo un grande esemplare con una profonda ferita sulla coda. Si vede anche un maschio di pesce pappagallo che volteggia sul fondale roccioso in cerca di cibo. C’è un piccolo polpo e provo a farlo venir fuori agitando le dita davanti alla sua tana, ma non lo convinco …
Arriva anche il gruppo di subacquei che passa nel buco, io aspetto un poco ma poi attraverso anche io. Ritorno indietro alle gorgonie bianche e gialle poi risalgo dopo 45 minuti. All’uscita dall’acqua sono sovrastato dalle onde che arrivano da ogni direzione. Ci sono barche che passano incuranti a tutta velocità nonostante il pallone segna-sub e la bandiera issata sul rollar del gommone, in barba alla regolamentazione del parco marino di Punta Campanella. Salgo a bordo con difficoltà e mi tolgo la muta, subito dopo mi rituffo in acqua per non disturbarmi in attesa della risalita di tutti i subacquei.
Il ritorno al porto in gommone viene effettuato passando molto al largo rispetto alla costa, per evitare l’intenso traffico nautico. Resto in piedi a poppa appeso al roll-bar come sull’autobus per evitare gli scossoni alla mia schiena dolorante. Siamo in porto alle 13:30. Lavo velocemente le attrezzature e le ripongo, comunico il mio nickname Instagram ai miei nuovi amici stranieri e saluto tutti.
A casa provvedo ad aprire subito lo scafandro e accendo le luci pilota dei flash per scaricarne le batterie. Prendo l’Ipad, un costume di ricambio ed il telo mare e raggiungo la mia famiglia allo stabilimento balneare Bagni Salvatore. Quando arrivo al porto non c’è parcheggio per lo scooter. Penso di dover desistere ma alla fine c’è una moto che esce ed io prendo il suo posto. Vado così a “cuocermi” al sole odierno. Dopo un immediato tuffo rinfrescante, mangio la “mitica” frittata di spaghetti che mi ha preparato mia moglie e mi appresto a “combattere” per conquistare un posto sotto l’ombrellone per stendermi a riposare un poco!