Scendo a prendere l’auto e devo accendere il riscaldamento del sedile e del volante; ci sono solo 10°C alle 7:30 e fa un gran freddo per le nostre latitudini. Ieri c’è stata tanta pioggia ed oggi invece si è presentata una mattinata con cielo limpido e soleggiato. La tregua è breve, già in serata infatti è previsto l’arrivo di una nuova perturbazione con un’allerta meteo a causato dal Ciclone “Poppea” che è in arrivo. Dall’ospedale di Torre del Greco, dove sono per lavoro, si gode di una vista magnifica sul Golfo di Napoli, si vedono tutte le isole. Il mare è apparentemente calmo ma c’è comunque un residuo di onda.
Rientro a casa e dopo aver sbrigato altre faccende lavorative al computer, inizio a preparare la fotocamera cambiando oblò ed obiettivo. L’acqua è sicuramente torbida, meglio montare il Micro-Nikkor 60 mm. Metto in uso anche la muta stagna SANTI appena rientrata dalla casa madre per alcune modifiche ed aggiustamenti.
Alle 18:30 sono a Marina Grande di Sorrento. E’ lunedì e ci sono ancora i ristoranti aperti, trovo con difficoltà il posto per l’auto, un pò lontano dalle scalette ma va bene lo stesso. Mi affaccio a guardare il mare dal muretto e si conferma che c’è una leggera onda.
La marea è alta ed entro in un’acqua molto torbida fino a circa 15 metri di profondità. Scendo sul pendio fangoso e subito vedo una piccola polpessa Callistoctopus macropus, raggiungo i 30 metri dove la visibilità è migliore e trovo una seppia che dapprima si insabbia, ma quando mi avvicino si sposta iniziando a nuotare. Inizio a scattare delle foto macro all’occhio ma si blocca l’obiettivo a fine corsa e non ne vuol sapere di rimettere a fuoco ad una distanza diversa. Spengo e riaccendo più volte la fotocamera con la speranza di ripristinare il corretto funzionamento. Il fuoco non si muove di un millimetro. Maledizione!
Con l’obiettivo ancora bloccato, trovo sul fondo due grandi sogliole Solea solea affiancate. E’ in questo momento che rimpiango di non aver lasciato l’obiettivo grandangolare con il minidome! Non riesco infatti a scattare la foto dei due esemplari vicini, ma devo avvicinarmi tantissimo per avere a fuoco l’occhio in supermacro e continuo a scattare dei particolari del corpo con l’obiettivo bloccato alla minima distanza anche quando iniziano a nuotare prima di sollevare il polverone che me le fa perdere di vista.
Proseguo e dopo alcuni ulteriori tentativi, finalmente l’autofocus ricomincia a funzionare correttamente. C’è un piccolo sacchetto Serranus hepatus dentro una bottiglia sepolta, ma se ne incontrano anche tanti altri esemplari sul substrato fangoso. Si vede anche una tracina, qualche pesce lucertola. Quando arrivo in corrispondenza del muretto dei pescatori recupero un nuovissimo artificiale da pesca che porterò al mio amico Antonio, attualmente convalescente dopo un’incidente in moto.
Torno indietro costeggiando la scogliera e vedo un piccolo polpo, alcuni paguri intenti a consumare degli scarti della pesca, uno scorfano nero ed una grande triglia. Negli ultimi metri prima di rientrare nel porticciolo, sulla punta del molo, si vedono tante alici e latterini fuggire via spaventati dalle mie lampade. Una volta arrivato all’interno del porto vedo una pallina da tennis che galleggia e che viene recuperata per essere smaltita adeguatamente.
Alle 20 sono già fuori dell’acqua e dopo la telefonata alla famiglia, torno a casa dove provvedo a lavare tutto il materiale subacqueo e alle 21 mi siedo a tavola per la cena. Ho steso tutto ad asciugare fuori al balcone, c’è un discreto vento e promette un’imminente pioggia. Mi siedo al computer a scaricare le poche foto scattate e scrivere gli appunti di questo blog e prima di andare a dormire, riporto tutto dentro lo studio, perché manca ormai poco all’arrivo di “Poppea”. Pochi minuti dopo infatti inizia a piovere a dirotto!