La sveglia suona alle 6:30 e quando mi affaccio alla finestra vedo che l’asfalto è bagnato. Il cielo è coperto e questa domenica non promette nulla di buono. Vado a fare la colazione, mi vesto e chiudo lo scafandro Nauticam NA-D850 e alle 7:30 scendo di casa. Ho appuntamento con i miei amici dell’associazione sportiva dilettantistica Jacques Cousteau poco dopo le 8 al bivio dei Colli ai San Pietro, all’imbocco della SS 163 amalfitana. Sono però in largo anticipo di almeno 20 minuti e aspetto in auto, avvolto dalla nebbia, guardando gli imperterriti ciclisti che percorrono la strada statale di primo mattino.
Alle 8:10 arrivano Nicola Merlino & Antonella Savarese ed anche Raffaele Livornese nella sua auto. Partiamo insieme e raggiungiamo Praiano dove ci aspetta Francesco De Rosa che si era avviato. Parcheggiamo le auto nel piazzale e scarichiamo le attrezzature ed iniziamo la vestizione. Il mare è calmo ma il cielo resta coperto.
Scattiamo un selfie ed entriamo in acqua. Io sono con Nicola e Raffaele e ci dirigiamo sulla parete dopo aver effettuato un lungo percorso in orizzontale. Antonella e Francesco fanno coppia e si attardano un poco lungo il percorso. L’acqua è abbastanza torbida.
Durante lo spostamento, su una enorme cima c’è un artificiale da pesca e sul fondo ci sono tanti rifiuti, da tempo segnalati all’autorità comunale che dovrebbe organizzarne una sessione di raccolta. Finalmente scendiamo più in profondità sulla parete che scende verticale dove si apre un “grottino” con una famiglia di Apogon imberbis. Raggiungiamo le gorgonie e sulla roccia ci sono tante alghe Codium bursa frammiste a chiazze di Posidonia oceanica. Sulla parete vediamo una piccola aragosta e qualche spirografo. Un riccio si è coperto dalla luce usando un “cucchiaino” da pesca. Durante il ritorno verso terra riesco a notare sulla grande cima anche alcuni nudibranchi Cratena peregrina. Tornando ormai verso terra, Nicola mi mostra una grande Anemonia sulcata, mentre tanti esemplari giovanili di salpe e cefali si aggirano tra i ciottoli nei pressi della superficie.
Quando sono ormai sotto la banchina, da solo perché gli altri sono rimasti indietro, trovo una murena morta che si erge in verticale, sollevata dal fondo come un serpente che esce dal cesto di un incantatore. Scatto molte foto, peccato per la mancanza del sole che avrebbe reso le immagini molto più belle, ma che restano brutali. Poco più avanti ce n’é una seconda con un pesce in bocca, anch’essa ributtata in mare dai pescatori come scarto. Fortunatamente anche la stella pentagono o cuscinetto è stata rilasciata in mare e non è andata a fare bella mostra “essiccata” in qualche salotto! Spero che riesca presto a riguadagnare una batimetrica adeguata alla sua sopravvivenza, perché tra i ciottoloni dove è adesso, non si trova nel suo habitat naturale.
All’uscita dall’acqua c’è una leggera pioggia. Risalgo da solo e mi spoglio, dopo una decina di minuti arrivano anche i miei amici che si sono fermati a fotografare le bavose ocellate che si nascondono nei tubi metallici adagiati sul fondo. Peccato! Una bella occasione fotografica sfumata, ma sono soddisfatto delle situazioni trovate oggi.
Mentre loro si spogliano, io ho già sistemato la mia attrezzatura di nuovo in auto. Li saluto e torno a casa perché aspetto ospiti a pranzo e non è il caso di arrivare tardi. Arrivo a destinazione verso le 12:45 e gli ospiti fortunatamente non sono ancora arrivati. Mi metto così a lavare il materiale fotografico e subacqueo fuori al balcone e lo stendo al riparo dalla pioggia che dopo poco termina. Vado a fare una doccia “flash” e al mio ritorno è tutto pronto per il pranzo.