Marco Gargiulo

#9 Marina Grande di Sorrento – Immersione Notturna

La sveglia suona prestissimo, ho da accompagnare mia figlia Lidia che parte per la gita scolastica e non possiamo tardare. Il mare è calmo ed il cielo sereno, anche se la temperatura del mattino è particolarmente fredda, nella notte infatti si è posata una spruzzata di neve sul Vesuvio che dopo qualche ora svanisce. Durante la mattinata la temperatura si alza, ma contemporaneamente si rannuvola. C’è una leggera risacca con acqua sporca sotto costa ma la situazione va valutata in serata. Nel pomeriggio infatti il cielo si riapre un poco e verso sera l’aria si comincia a colorare di rosa.

Decido di lasciare montato il Nikkor 60 mm sulla mia fotocamera, data la probabile acqua molto sporca. In abbinamento è opportuno utilizzare anche i paraluce realizzatimi da Giuseppe Pignataro per evitare di illuminare lo sporco sospeso nella colonna d’acqua. Verso le  18 però inizia a montare un vento da Sud freddo. La temperatura si abbassa sensibilmente e c’è ancora tanta luce. Meglio aspettare che faccia buio. Per ingannare il tempo approfitto per radermi la barba leggermente lunga. Quando è ormai buio, nel cielo noto due stelle molto luminose e molto vicine che non avevo mai visto … è il raro bacio tra Venere e Giove!

Dopo le 19 scendo di casa e raggiungo il mio posto del cuore, qui alla Marina Grande di Sorrento. Parcheggio e vado a controllare il mare dal muretto: c’è un poco di risacca ma le condizioni meteo-marine sono compatibili con la completa sicurezza dell’immersione.

Completo la vestizione e dopo aver mandato un messaggio a casa, entro nell’acqua sporca del porticciolo. Scendo subito lungo il pendio fangoso incontrando alcune grandi stelle spinose, qualche piccolo rifiuto che raccolgo e poco altro. Acqua torbida anche in profondità.

In un tubo di plastica adagiato sul fondo che ho visto tante volte in precedenza, c’è un gronco che fa capolino dall’imboccatura. Al mio incedere si ritrae subito dentro e riesco a scattare solo una foto prima che il “nuvolone” di fango da me sollevato nell’avvicinamento  raggiunga il pesce. Mi allontano con l’intento di ritornare sul posto per sorprenderlo fuori tana. Nei paraggi fotografo una scarpetta da bimbo, un grosso paguro su palo metallico ed un piccolo alcionario. Ritorno e scatto qualche altra foto usando la luce rossa per non disturbarlo, ma l’acqua è ancora piena di sospensione. Torno verso terra e ritrovo il pennello abbandonato, vedo una piccola polpessa fuggire via e tanti piccoli scorfani ai quali mi dedico prima di rientrare. 

Risalgo dopo aver preso qualche pietra “viva” per l’acquario del mio amico Antonio. Fatico ad uscire dall’acqua a causa della sabbia che cede sotto i miei piedi, smossa dalla risacca. Alle 21 sono pronto e passo al garage dove lascio la bombola scarica e la muta stagna, già lavata sul posto con una tanica d’acqua dolce; prendo una stampa 70X100 che devo regalare domani mattina ad un mio amico e la metto nell’auto per non dimenticarla, poi vado sotto casa dove mi raggiunge Antonio che passa a ritirare il materiale raccolto. Salgo a casa e lavo tutto il resto dell’attrezzatura, ora c’è vento intenso. Mi siedo a tavola per la cena e dopo le 22 mi accomodo davanti al computer a guardare le poche foto scattate; poca roba, ma l’importante è che mi sono divertito e rilassato, la prossima sarà migliore o almeno lo spero!

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