La sveglia è settata alle 6:30. Appena suona vado a preparare lo scafandro ed i flash, poi mi siedo per fare la prima colazione. Aspetto che sia pronta mia figlia Lidia e la porto a scuola con lo scooter, ma viaggiare in due sul ciclomotore con il borsone fotosub ed il sottomuta tra le gambe non è il massimo perché non ho dove poggiare i piedi. La lascio e torno indietro verso il garage dove vado a recuperare la muta stagna, il GAV, l’erogatore e le pinne. Alle 8:15 sono a Marina Grande di Sorrento dove si è trasferito il Punta Campanella Diving Center.
Quando arrivo ci sono Lisa, Vittoria, Andrea e Gianluigi all’opera con il veicolo elettrico per trasportare le bombole e con la sistemazione di tutto il materiale all’interno dell’ampio “Monazzero” che li ospiterà per i prossimi anni. Arriva a salutarci anche Umberto Lanza di Kayak Sorrento mentre io me ne vado a fare una passeggiata sulla spiaggia approfittando per incontrare gli amici del posto e familiarizzare con la mia nuova videocamera Insta360 X3.
Preparo la fotocamera, indosso la muta e mi incammino verso il molo dopo un selfie con gli amici, poi saliamo sul gommone dopo aver caricato tutto a bordo dalla scaletta di pietra che mi ha visto protagonista per un’intera vita subacquea. Verso le 9:30 partiamo per il Banco di Santa Croce, a bordo ci sono quattro clienti stranieri e dopo una mezz’ora di navigazione con mare leggermente mosso, dopo le 10 siamo sul posto. La boa sembra spostata e infatti entrando in acqua è così.
Scendo per primo seguendo la cima in un’acqua bianco-verde, sono equipaggiato con un monobombola nuovo da 12 litri, acquistati dal diving quest’anno ad integrazione del parco bombole da 15 litri. C’è anche una leggera corrente superficiale che diminuisce scendendo in profondità, dove anche la visibilità migliora, anche se ci sono tanti flocculi in sospensione.
Tutto l’ambiente è pervaso dall’oscurità e fatico un attimo ad orientarmi, visto lo spostamento della boa di ormeggio. Resomi conto del punto nel quale mi trovo, entro subito nella grotta per fare delle foto da dentro verso fuori. Fuoriesco dal lato opposto e qui trovo Lisa e l’irlandese sotto la tettoia coperta dalla paramuricee, poi incontro Andrea con la famiglia di tedeschi.
Proseguo il mio giro e mi fermo alla parete con le margherite di mare e poi al “pizzo” fiorito, i cui polipi sembrano esplodere così come quelli delle gorgonie rosse e gialle. Dopo 40 minuti e 5 di decompressione risalgo in superficie. Oggi ho visto poco pesce di grande taglia, nessuna cernia e solo uno scorfano scappare dopo essere spaventato da un sub con la sua lampada, ma il Banco di Santa Croce anche oggi è spettacolare.
Riemergo mentre Vittoria balla sotto la pioggia e mi aiuta riprendendo la pesante fotocamera. Risalgo tra le onde mantenendomi al passamano che è stato montato quest’anno a poppa di “Marangone” e mi stendo subito dopo sul tubolare per evitare il mal di mare. Quando ripartiamo verso Sorrento mi sposto sul divanetto di poppa vicino al nuovo motore Selva e faccio la traversata disteso lì fin quando mi non rialzo per smontare l’attrezzatura prima di rientrare in porto.
Gianluigi ci viene incontro in banchina con il carrello, scarichiamo le bombole e torniamo al diving riportando a mano la fotocamera, il GAV l’erogatore e le pinne. Mi infilo sotto la doccia calda e così lavo direttamente la muta stagna che inizialmente volevo lasciare qui a deposito. Completo il lavaggio di tutto il resto dell’attrezzatura e mi rivesto ma piove ancora. Decido tardivamente di riportare tutto a casa e mi rendo conto che sarebbe stato più opportuno lasciare indossata la muta per tornare a casa sotto la pioggia. Invece salgo sullo scooter e mi bagno fino alle mutande.
Quando arrivo a casa dopo le 12, metto tutto fuori al balcone ad “asciugare” sotto la pioggia e poi mi lancio ancora vestito sotto la doccia calda. Ho preso più freddo sul motorino che durante l’immersione e la navigazione in gommone. Alle 13:20 sono di nuovo pronto e vado a prendere mia figlia a scuola … con automobile, piove ancora!