Sostituite le bombole siamo già pronti per l’immersione. Seguo Lisa che scende mantenendo la parete alla sua sinistra, effettuiamo quindi un giro opposto rispetto a quello di domenica scorsa.
Raggiungiamo le gorgonie gialle e recupero alcuni artificiali da pesca, sempre abbondantissimi. Ritrovo una bella chiazza di margherite di mare Parazoanthus axinellae che non ricordavo essere presente e mi fermo a lungo anche qui. L’acqua è più limpida fortunatamente, ma c’è corrente che spinge verso il largo e mi fa faticare un poco. Restare fermi anche qui è laborioso.
Dalla roccia si vedono fuoriuscire due piccole antenne, è una piccola aragosta Palinurus elephas che dopo poco viene fuori dalla sua tana per spostarsi in un luogo ancora più tranquillo, al fondo di una lunga spaccatura della roccia. Qualche metro più in là, in una Pinna nobilis morta una bavosa ruggine Parablennius gattorugine ha deposto le sue uova.
Ci sono tantissime lenze e pesciolini artificiali persi sul fondo, molti hanno avviluppato le gorgonie che un tempo erano molto rigogliose in questo punto, alcune sono state spezzate inesorabilmente dalle lenze dei pescatori quando le recuperano mentre sono impigliate sul fondo.
C’è un umbracolo anche qui, ma è in una posizione non molto “fotogenica” … ed anche un’ombrello! Rientriamo all’interno della “laguna” della Regina Giovanna dove riemergiamo, oggi ci sono meno turisti che fanno il bagno visto il meteo odierno abbastanza compromesso.
Rientriamo in porto e scarichiamo le attrezzature sulla banchina, trasporto tutto in spalla fino al diving, compresa la fotocamera. Lavo il materiale nella vasca predisposta e riporto a casa la muta stagna in neoprene per farla asciugare per bene anche dentro, in previsione di metterla a deposito. A casa mi attendono i miei familiari per il pranzo, subito dopo mi stendo sul divano e dormo per recuperare la stanchezza. Quando mi alzo, dedico tutto il pomeriggio a rispondere alla gran quantità di messaggi e telefonate di auguri per il mio onomastico.