Consueto appuntamento alle 8 al Punta Campanella Diving. C’è un gran fermento con tanta gente ed è finalmente ritornato alla base il secondo gommone “Berta” che da qualche giorno si affianca a “Marangone”. Fortunatamente questa cosa mi consente di trovare un posto in barca … il gommone degli “esperti” è tutto pieno, infatti ci sono tre clienti che faranno il loro battesimo subacqueo ed io sarò in acqua con loro. Indosso la muta dopo aver preparato la fotocamera e passo a salutare i miei amici della Marina Grande mentre vado sulla banchina. Alle 9 imbarchiamo e ci dirigiamo alla Baia di Mitigliano. In acqua i due ragazzini americani ed il signore inglese saranno accompagnati da Roberta, mentre Vittoria resta in barca ad assisterci.
Dopo aver ancorato entriamo in acqua. L’acqua è abbastanza limpida. Effettuo una lunga nuotata subacquea di quasi dieci minuti per raggiungere la grotta che si trova lungo la parete e subito entro all’interno. La visibilità è ottima, nonostante il residuo moto ondoso che c’è in superficie. Subito incontro un bellissimo gambero meccanico Stenopus spinosus ed una musdea, poi più dentro, in corrispondenza della strettoia, oggi molto esigua a causa delle onde sabbiose che si sono rialzate, ritrovo dopo svariati anni alcuni bellissimi celenterati della specie Halcampoides purpurea, dal caratteristico colore rosa.
Attraverso lo stretto passaggio ed arrivo nella zona oscura della grotta, qui ci sono nuvole di gamberetti misidiacei, cibo per i pesci che vivono qui dentro. Uno di questi è il Grammonus ater o brotula nera, un piccolo pesce tipico di questo ambiente oscuro e di quelli abissali. Ovviamente è infastidito dalle mie potenti lampade e per un attimo si lascia fotografare anche con un selfie, poi lo lascio andare alla sua amata oscurità. Raggiungo il fondo della grotta ad oltre 80 metri dall’ingresso e guardo verso l’alto dove c’è una campana verticale nella quale si “vede” la presenza di acqua dolce.
Torno indietro passando per il piccolo cunicolo che si trova sulla destra e ritorno nel punto dove ci sono altri Halcampoides che si ritraggono nella sabbia sotto il fascio delle potenti lampade. Raggiungo anche la seconda campana ascendente e arrivo fino alla superficie scattando una foto a mezz’acqua. Torno giù e seguo il lungo corridoio che mi porta all’uscita. Sulla volta c’è un granchio facchino e tanti Apogon imberbis che fuggono via al mio passaggio. Esco all’esterno ed entro nella spaccatura che si trova subito sulla destra ma non mi trattengo, sono passati i 45 minuti concordati con lo staff ed inizio il rientro verso la barca. Effettuo un percorso di altri 5 minuti sott’acqua, ma poi riemergo in prossimità della parete per controllare dov’è il gommone e lo raggiungo nuotando in superficie.
Roberta non è ancora risalita, bene così, non mi sono fatto attendere. A bordo cambio la bombola mentre ritornano gli allievi. Quando siamo ormai pronti a lasciare la baia, ci accorgiamo che l’ancora non viene su. Roberta è costretta a rivestirsi e a tornare in acqua per liberarla dagli scogli che sono una vera e propria trappola per le ancore. Se ne trovano infatti tante abbandonate o incastrate. Ci mettiamo in moto mentre consumiamo il consueto snack dolce o salato offerto dal Punta Campanella Diving Sorrento e raggiungiamo la Cala di Puolo dove effettueremo la seconda immersione.