Terminata l’immersione a Mitigliano, dopo la sostituzione delle bombole, il gruppo di allievi scuba-divers è pronto per la seconda lezione di addestramento qui a Cala di Puolo. Roberta assiste i clienti nella vestizione mentre io approfitto per andare a fare un giro in solitaria lungo la Punta Lauro. Qui l’acqua è molto più torbida rispetto all’immersione precedente. Scendo lungo la cima fino all’ancora e pochi metri più il basso, sul fondo sabbioso, riposa una grande ancora da 20 kg, persa inavvertitamente per la rottura del moschettone che la assicurava alla catena, ancora inserito nell’asola.
Avevo portato con me le batterie di ricambio per i flash, ma poi mi sono distratto e non ho provveduto a sostituirle. Quasi subito il flash di destra si spegne. Vabbè, farò del mio meglio con uno solo, basta scegliere bene cosa e come illuminare.
Prima trovo uno scorfano rosso, poi individuo “la” gorgonia bianca con l’uovo di gattuccio che avevo visto più volte fotografato dai miei amici dell’Associazione Jacques Cousteau. Ritorno sulla parete e vado in cerca del gruppo di subacquei per scattare qualche foto con loro. Quando li incontro, anche il secondo flash mi ha praticamente abbandonato, così devo arrangiarmi per scattar loro una foto ricordo!
Risalgo dopo una mezz’ora e lascio la fotocamera in barca, avviso Vittoria dell’ancora abbandonata sul fondo e mi faccio dare una cima per recuperarla. Ritorno sul fondo e la lego, ma è molto pesante e la cima non sufficiente a raggiungere la superficie, nel punto dove è stata persa. Così la prendo tra le braccia e camminando all’indietro sulla sabbia raggiungo la verticale del gommone e porto la cima in superficie. Mentre io risalgo a bordo, Vittoria eroicamente salpa la pesantissima ancora, non lasciandomi il tempo di aiutarla.
Risalgono anche gli altri componenti del gruppo e ci prepariamo a rientrare in porto, sono le 13 quando mi “immolo” per tirare sul la nostra ancora, molto più leggera.
Rientrati al porto, scarichiamo le attrezzature sulla banchina e ritorniamo al diving. Qui laviamo accuratamente le attrezzature e le mettiamo ad asciugare. Come di consueto scappo via subito dopo aver salutato, mi aspetta il pranzo e raggiungere mia moglie al mare che nel frattempo si è avviata allo stabilimento balneare.
L’accoglienza dei miei amici “condomini balneari” è sempre calorosa, ovviamente conoscono le mie preferenze calcistiche e non vedono l’ora di sfogare la loro gioia repressa per un trentennio. Li lascio fare divertito, è bello vederli gioire ascoltando gli inni della loro squadra del cuore, mentre poco più al largo della scogliera, il mio amico “Puledrone” effettua alcune calate di rete con dei clienti di pesca-turismo. Resto in spiaggia fino alla chiusura dello stabilimento, avrei voluto riposare, ma non è stato possibile!