Siamo andati a dormire ieri sera con il ritorno dell’ora solare. Come detto più volte, nonostante si perdano ore di luce, io ne amo il ritorno, perchè in inverno riesco ad andare a fare le mie immersioni notturne in solitaria appena cala la notte, così posso andare a lavoro senza problemi il giorno dopo senza far tardi.
Alle 8 sono pronto e scendo per passare al garage a prendere la mia nuova muta Apeks, una semistagna mai usata in vita mia prima. Sono infatti dubbioso dell’acquisto fatto insieme a mio fratello Arturo … vedremo com’è l’esperienza!
Quando arrivo al Punta Campanella Diving Sorrento, Peppe ha portato i cornetti così appena mi sistemo vado al bar per prendere il caffè per tutti. In vero arriva anche Antonio con altre brioche … è impossibile resistere nonostante la prima colazione sia stata già fatta a casa.
Non ero stato avvisato dell’appuntamento spostato alle 9, ma non cambia nulla. Ho il tempo di montare la fotocamera insieme a Fabio, anche lui attrezzato oggi per scattare qualche foto. In acqua oggi scendono anche Daniels, Roberta e Lisa con i clienti, mentre anche Andrea approfitta di un giorno di libertà … per usare la sua GoPro per girare qualche video.
C’è ancora onda lunga dopo il mare agitato dei giorni precedenti, non sappiamo bene dove ci fermeremo, bisogna controllare le condizioni meteo.
Vittoria ci porta con Marangone alla Punta Campanella, c’è un poco di “movimento” d’onda ma si può sostare. Quando scendiamo in acqua dopo aver ormeggiato, ci accorgiamo di una forte corrente Sud-Nord. Scendo con Fabio ed Antonio e sorvoliamo il fondale completamente ricoperto dalla Caulerpa prolifera e da Caulerpa taxifolia, di colore verde brillante, mentre alla base, molto meno visibile, c’è un reticolo formato dalla Caulerpa racemosa var. cilindracea.
Le gorgonie sono piegate dalla corrente, raggiungiamo anche le gorgonie rosse e poi arriviamo nei pressi di un segnale di una rete abbandonata. Risaliamo di nuovo la corrente a basso fondale dove è meno intensa e raggiungiamo il grottino con gli Apogon imberbis. Faccio entrare Antonio dal buco piccolo mentre io scatto qualche foto.
Durante la fase di rientro alla barca, questa volta con la corrente a favore, incontro un guscio di Pinna rudis nel quale c’è un vermocane, che probabilmente ha consumato gli ultimi brandelli di cibo al suo interno.
Risaliamo a bordo e subito ci allontaniamo per trovare riparo in una zona più ridossava. La prima impressione con la muta semistagna è stata molto positiva, entra pochissima acqua all’interno, una sensazione simile a quando sei con la stagna e … ti stai bagnando! Unico inconveniente, la pesata va corretta, con 5 kg sono ancora leggero in decompressione.