Marco Gargiulo

#85 Cala di Puolo con Punta Campanella Diving Sorrento

Oggi sarei dovuto essere in tutt’altro luogo … in auto da ore con i miei amici Mimmo e Rosario in direzione di Saline Joniche per raggiungere Domy e tanti altri amici, lì presenti per un workshop. Un improvviso inconveniente mi ha impedito di aggregarmi a loro, anzi si sono dovuti organizzare all’ultimo minuto per il viaggio e ne sono dispiaciuto.

E’ comunque un giorno festivo e approfitto per andare a mare con i miei amici del Punta Campanella Diving Sorrento. Il cielo è coperto e la temperatura fresca. Mentre sono sullo scooter per arrivare a Marina Grande di Sorrento, sento bussare il clacson … è il mio amico Simone con la sua Ape-car che sta andando a mare per andare a pescare in apnea. Lascio lo scooter al parcheggio e dopo aver salutato i ragazzi dello staff vado a scattare una foto insieme al mio amico prima che entri in acqua, poi vado a prendere il caffè al bar per i miei compagni d’immersione. Ho lasciato la stessa configurazione abituale con il Nikon 8-15 mm + minidome e non ho nemmeno ricaricato i nuovi flash SUPE D-PRO dopo l’ultimo utilizzo, speriamo bene.

Usciamo con Marangone, Vittoria è ai comandi, Lisa accompagna due clienti americane, mentre Daniels e Alessandra approfittano per fare un tuffo profondo sulla Punta Lauro. Siamo diretti lì perché è uno dei pochi posti dove non c’è onda. 

Mi tuffo da solo al centro della baia per esplorare il sabbione, sul quale trovo un piccolo granchio melograno morto (Calappa granulata). Peccato, era una bellissima occasione. Lo raccolgo per portarlo al mio amico d’università Elio, che saprà dargli una seconda vita … imbalsamata.

Mi sposto sulla parete e anche oggi c’è una rete in pesca. C’è una corrente abbastanza intensa che spinge verso l’interno della baia ed è faticoso rimontarla per raggiungere la Punta Lauro dove invece si sono immersi i miei amici. Controllo al suo interno e vedo una ricciola Seriola dumerili incastrata tra le maglie di nylon. E’ già morta e non posso fare altro che fotografarla dall’alto, prestando molta attenzione a non finire anch’io all’interno della trappola mortale.

Del brandello di rete abbandonata non c’è traccia, forse deve essere più in avanti lungo la parete ma con questa corrente è troppo faticoso andare a controllare. Comincio così a controllare ogni buco della roccia e trovo in sequenza i due cavallucci marini, quello giallo e poi quello rosso. 

Scatto loro qualche foto ma poi torno indietro di nuovo alla rete con la ricciola per provare un’inquadratura ancora più ravvicinata, sempre prestando attenzione alla corrente. Avrei voluto posizionarmi al di sotto del pesce per sfruttare il controluce, ma l’operazione sarebbe stata molto più pericolosa perché sarei stato praticamente sotto la “pancia” della rete. Risalgo di qualche metro e torno sulla parete per fare la decompressione.  

Approfitto così per cambiare maschera ma quella blu indossata continua ancora ad appannarsi inesorabilmente, nella prossima immersione sarà opportuno usare quella vecchia ben collaudata. Decido così di risalire in superficie in anticipo, segnalando la mia presenza a Vittoria che viene a recuperarmi. 

Salgo a bordo di Marangone e aspettiamo il rientro dei sub a bordo. Sono alquanto infreddoliti, mentre invece io sto benissimo, ben isolato termicamente con la nuova muta semistagna Apeks. Ci spostiamo a Punta del Capo dove effettueremo la seconda immersione dopo aver atteso un’ora d’intervallo e consumato anche lo snack. Il cielo nel frattempo è diventato sempre più nuvoloso … 

 

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