Marco Gargiulo

#87 Marina Grande di Sorrento – Immersione Notturna

Accompagno mia figlia a scuola perché piove tanto e poi mi metto in viaggio per Nola dove ho una riunione aziendale alle 9. Al termine, dopo le 15 mi rimetto in viaggio verso casa con il meteo che nel frattempo è migliorato abbastanza ed è uscito il sole tra le nuvole. Rientrando sulla strada statale controllerò il mare per valutare le condizioni per andare in acqua più tardi. Non ho nulla pronto ma ad assemblare il tutto non ci vuole tanto tempo. Bisogna però andare in garage a prendere la muta stagna e le bombole.

Provo a sentire qualche mio amico per avere compagnia in acqua ma Fabio non può e nemmeno Rosario che necessita di maggiore preavviso. Solo Antonio mi da l’ok ma viene solo a farmi assistenza a terra, se mi riesce prenderò qualche roccia per il suo acquario mediterraneo. 

Scendo da casa dopo le 18, ho preparato la fotocamera e cambiato i bracci per i flash prendendone una coppia più compatta. Passo al garage a prendere la muta stagna Santi, le bombole e l’attrezzatura restante e poi vado sotto casa di Antonio per prelevarlo. 

Alle 18:30 scendiamo a Marina Grande di Sorrento. Ci sono ancora tanti tavolini ed i ristoranti aperti, inoltre non possiamo raggiungere pontile per un’auto in sosta mal posizionata. Cambiamo lato e ci spostiamo verso il Ristorante Delfino ma quando monto la bombola mi accorgo che è a 110 bar! Un attimo d’indugio, sono prossimo a desistere ma poi tengo duro. Risaliamo al garage e andiamo a prendere una nuova bombola carica. La controlliamo preventivamente e torniamo di nuovo sul posto alle 19. Parcheggiamo l’auto vicino allo scivolo e mi preparo.

Indosso con la muta stagna e quando entro in acqua, Antonio mi scatta qualche foto. Mi immergo nell’acqua molto torbida internamente al porto, migliora leggermente al di fuori, in profondità poi è ancora più limpida. Nulla d’interessante a fondo, in risalita sul pendio fangoso trovo una polpessa che sosta su un materassino rosa. Ancora più su incontro un grande capone ubriaco Trygloporus lastoviza che scappa subito. Seguono l’incontro di una mazzancolla Paeneus kerathurus, di una cernia dorata che scappa via ed una seconda polpessa Callistoctopus macropus.

Continuo il mio giro sul fondale fangoso e trovo un altro capone ubriaco più piccolo ma molto collaborativo che  addirittura si lascia sollevare con le mani e che riesco a fotografare per bene. 

Risalgo un poco perché computer mi segnala già 2 minuti di decompressione ed … eccolo! Il primo San Pietro dell’inverno si lascia avvicinare! E’ un esemplare dal corpo lungo una quindicina di centimetri che viene attirato dalla mia lampada e inizia a venire incontro al minidome sbattendoci contro più volte. Un comportamento mai osservato fino ad ora nelle tante immersioni con lo Zeus faber. Lo seguo per un pò ma ad un tratto si allontana verso la superficie. Fortunatamente la decompressione è terminata e posso seguirlo fino a circa 3 metri di profondità ma poi me lo perdo perché si allontana ancora guadagnando il fondo.  

Lungo il percorso non ho trovato nulla di interessante per l’acquario del mio amico Antonio, ma non posso tornare a mani vuote. Gli ultimi minuti della fase di rientro sono dedicati a cercare almeno una bella roccia da inserire nella sua vasca e alla fine ne raccolgo una, ma non entusiasmante. Provvederò prossimamente a rifornirlo. 

Ahimè mi sono accorto subito di essermi bagnato, probabilmente dalla cerniera, la parte bassa è inzuppata e sento freddo, anche dalle braccia però è entrata acqua. Maledizione, perché dopo quaranta minuti sono costretto ad uscire fuori dell’acqua in una serata particolarmente interessante fotograficamente.

Antonio mi aiuta e mi spoglio, ma devo usare l’asciugamani sul sedile per non bagnarlo visto che non ho portato il ricambio. Accompagno Antonio a casa e poi vado a riportare tutto su da me. Ancora bagnato provvedo subito al lavaggio della fotocamera e della muta ma poi mi lancio sotto la doccia … che è fredda! La caldaia è andata in blocco e non resta che fare il prima possibile per terminare l’operazione. Finalmente dopo essermi riscaldato con l’asciugacapelli, posso andare a cena con i miei familiari.

 

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