Marco Gargiulo

#98 Punta Campanella con Antonio e Stefano

Il messaggio di Gianluigi riesce a fugare qualsiasi dubbio … domani appuntamento alle 9 al Punta Campanella Diving Sorrento. Eppure il vento forte da Nord-Est ha soffiato fino a notte fonda ed aveva insinuato il dubbio non solo nel sottoscritto. Stamattina così mi sveglio con il sole in cielo ma una temperatura di soli 8°C quando scendo per andare in pescheria. Ritorno e preparo la fotocamera, sono in grande dubbio sulla muta da portare oggi in acqua. Semistagna che è al diving o stagna che ho in garage? Ipotizzando un solo tuffo e a poca distanza in miglia da Sorrento, decido solo di prendere una borsa vuota dal garage per riportare l’attrezzatura a casa dopo l’immersione. Così raggiungo i miei amici alla Marina Grande di Sorrento.

Ci sono Antonio con i suoi immancabili dolcetti, Stefano alle prese con la sua nuova fotocamera reflex ed alcuni clienti, pronti ad uscire con la guida di Lisa ed Andrea. Scattiamo una foto ricordo poi ci avviamo in banchina e carichiamo le attrezzature a bordo. Ho montato come al solito il minidome Saga Dive con dentro il Nikon 8-15 mm e la coppia di flash SCUBALAMP SUPE D-PRO ai lati nella mia NAUTICAM NA-D850. Imbarchiamo su Marangone e partiamo con direzione Scoglio Penna.

C’è un pò di onda da questo versante ma a partire dalla Punta del Capo di Sorrento la situazione migliora. Quando però arriviamo a Punta Campanella, le onde sono molto formate e di circa 2 metri d’altezza, ci rendiamo conto che le operazioni allo Scoglio Penna sarebbero state complicate, soprattutto la risalita, così ripieghiamo sotto il faro. Per i miei “gusti” c’è troppa onda e chiedo al comandante Vittoria di avvicinarsi al faraglione per lasciarmi andare in acqua per primo.

Mi tuffo ma ho la frusta del gav bloccata e non gonfia, devo farlo a bocca. Mi fermo sul fondo e fotografo la grande prateria in estensione di Caulerpa taxifolia e ne raccolgo qualche stolone nella tasca per portarla nell’acquario tropicale che ho a casa. Mi fermo poi alle gorgonie bianche Eunicella singularis che sono a poca distanza e poi raggiungo la parete verticale con la foresta di gorgonie gialle. In lontananza ci sono tante alici e si vedono sfrecciare i tonnetti che sono in caccia su di loro. Fortunatamente incontro anche una bella distesa di Caulerpa prolifera, la specie autoctona. Mentre sono intento a fotografare le Eunicella cavolini e i residui della pesca illegale di datteri di mare che si vedono sul fondo, mi raggiunge Antonio con la sua Nautismart Pro e lo immortalo mentre fotografa una piccola stella pentagono Peltaster placenta.

Arrivano anche Stefano, Lisa, Andrea e gli altri subacquei e proseguiamo per un tratto insieme. Segnalo ad Antonio che non sono in perfetta forma fisica con un leggero mal di mare dovuto alla risacca che si sente anche in profondità. Trovo uno scorfano e lo mostro ad Antonio, poi scappa via. Il gruppo continua e dopo un poco esce dall’acqua facendosi recuperare al largo da Vittoria. Io riemergo ma ho difficoltà a restare a galla e gonfiare il gas per bene, non è il caso di allontanarmi dalla roccia sotto la quale mi sono riparato ed effettuare la traversata, così aspetto che tutti siano a bordo e resto in attesa che mi vengano a recuperare … passano quasi 10 minuti quando capisco che devo lanciare il pedagno per segnalare la necessità del recupero. L’operazione senza frusta del gav è complessa, complicata anche dalle onde ma alla fine ci riesco usando l’erogatore. Solo allora mi vengono incontro e anche loro si chiedevano cosa stessi fotografando lì sotto costa per tanto tempo! 

Passo la fotocamera e pedagno a bordo e poi raggiungo la scaletta di Marangone. Sono abbastanza spossato dal mal di mare e mi faccio aiutare da Andrea a togliere le pinne e poi l’attrezzatura. Sono in difficoltà e non riesco a farlo da solo. Mi aiutano e mi distendo a poppa del gommone per riposare e recuperare. Durante la navigazione verso terra patisco un freddo che non ricordo di aver mai avuto in vita mia, la temperatura dell’aria è ancora fredda, circa 14°C e lungo tutto il tragitto verso il porto, il tremore alle gambe è irrefrenabile, mentre quando ero in acqua con la muta semi-stagna ero in perfetto confort. Questa volta non aiuto i miei amici a scaricare le attrezzature in banchina ma scappo immediatamente al diving per andare sotto la doccia bollente, quando esco tutta la mia attrezzatura è già nella vasca di lavaggio grazie all’efficienza dei ragazzi dello Staff del Punta Campanella Diving Sorrento, grazie ai quali quest’anno, ho potuto effettuare un grandissimo numero di uscite doppie che mi porteranno, a breve, a centrare l’obiettivo delle 100 immersioni annuali.

Dopo essermi rivestito e ringraziato i miei amici, ricompongo la borsa subacquea e fotografica e riporto tutto a casa. L’attrezzatura dovrà essere revisionata per evitare problemi in acqua, la settimana prossima userò la muta stagna, sperando che nel frattempo non mi salga la febbre!

 

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