Mi affaccio alla finestra alle 6:30 ed il vento fortissimo da E-SE alza delle grandi onde al centro del Golfo di Napoli. Subito dopo mando un messaggio a Gianluigi sulla nostra chat di whatsapp per capire se le condizioni sono compatibili con l’uscita programmata. Gianluigi ci aggiorna in situ appena arriva a Marina Grande di Sorrento, si può uscire ma bisogna mantenersi vicino alla costa.
Alle 8:45 scendo di casa già vestito con il sottomuta e passo al garage a prendere il resto dell’attrezzatura che carico sullo scooter. Ho preparato lo scafandro Nauticam NA-D850 con il nuovo oblò Isotecnic da 4,5”, è la prima volta che lo uso di giorno e sono curioso di capire come si comporta anche in queste condizioni.
Al mio arrivo Gianluigi mi scatta una foto sullo scooter con il suo telefonino, mentre sono già arrivati Nicola e Antonella. Arriva anche Salvatore con sua figlia e Lisa che ci assisterà dalla barca. Ci prepariamo con calma e poi finalmente andiamo a bordo. Saluto tutti i miei amici pescatori che sono intenti a riparare le reti, scambio con loro gli auguri pasquali, poi salto sul gommone.
Partiamo ed iniziamo a vestirci, il vento soffia sempre forte. Arriviamo a La Tonnarella e ci tuffiamo tra le onde. Il cielo è velato. L’acqua è abbastanza limpida, scendiamo subito in profondità raggiungendo le spugne gialle che ricoprono le pareti. C’è una rete in pesca e la scavalchiamo prestando attenzione. Proseguiamo e ci sono tante uova di gattopardo attaccate a cime e catene abbandonate. Il computer segnala in breve tempo alcuni minuti di decompressione da effettuare. Risalgo un poco e ritorno a ridosso della rete e controllo cosa c’è dentro.
Per un lungo tratto non si vede nulla, poi all’improvviso una inconfondibile sagoma è impigliata tra le maglie. Il grosso pesce sembra morto, il suo occhio è opaco e non si muove. Scatto alcune foto poi scavalco la rete e vado dall’altro lato per effettuare delle riprese in controluce alla cernia intrappolata. Ritorno nuovamente dal lato interno anche per ritornare verso la parete e la superficie. Scatto ancora qualche foto, nonostante il computer mi suggerisca 7 minuti di sosta prima di di risalire. Tendo un poco la rete per avvicinare la testa al mio oblò ed il pesce inizia a dibbattersi! Accidenti! La tentazione di liberare il grosso pinnuto è fortissima, ma è la legge del mare, il mio amico Gabriele mi aveva detto della presenza delle reti in pesca e mi aveva chiesto di segnalare la presenza di qualche preda.
Risalgo per effettuare la sosta di sicurezza e mi muovo nel basso fondale per far scaricare l’azoto accumulato. C’è un grosso tronco in mare sul quale ci sono alcune stelle marine. Raggiungo il termine della decompressione e sono da solo, il gruppo è attardato da qualche parte dietro di me, così risalgo in superficie per controllare dov’è la barca. Il gommone è lontano, sta recuperando i miei compagni e devo attendere tra le onde il loro arrivo.
Lisa mi fa salire a bordo dopo aver recuperato tutti gli altri. Gianluigi si accorge di aver dimenticato il suo iPhone 14 nella tasca della muta stagna ed il telefonino è ormai KO. Rientriamo in banchina dove ci aspettano i nostri amici pescatori. Appena sbarco, vado ad avvisare Gabriele della presenza del pesce nella rete. Non appena il mare lo consentirà, andrà a recuperare la rete e la preda.
Raggiungiamo a fatica il Punta Campanella Diving, c’è tanta gente al borgo e Nicola deve districarsi tra le auto con il carrello elettrico. Mentre Lisa e Gianluigi sistemano la barca, io mi infilo sotto la doccia per lavare la muta stagna, poi provvedo a fare lo stesso con la fotocamera, il Gav e gli erogatori. Sistemo gradualmente tutta l’attrezzatura nelle mie borse Ikea e nel frattempo è arrivata anche Roberta, con lei scattiamo una foto tutti insieme per festeggiare la riapertura del diving per la stagione 2024. Prima di andare via, mi faccio scattare nuovamente la foto sullo scooter perché quella di Gianluigi non è più disponibile, “affogata” insieme alla memoria del telefonino allagato. Saluto tutti e con grande piacere, passo in garage a stendere l’attrezzatura per l’asciugatura senza doverla riportare a casa. Una volta raggiunta l’abitazione non mi resta che aprire lo scafandro e andare a fare la doccia. Adesso si che la giornata di festa può dirsi completa!