Alle 14, dopo il pranzo ed il caffè, siamo entrambi distesi sul letto. Mimmo scarica sul computer qualche foto, io provo a riposare, poi provvederò ad alcune incombenze lavorative e a rispondere ai messaggi e alle telefonate dei miei “clienti’ medici che mi hanno cercato invano perché sono in ferie.
Scendo alle 18 al diving, Andrea va a prendere dei gelati al bar e c’è anche Giovanni Pitone. Restiamo lì fino alle 19:30 e poi ci spostiamo per andare a San Gregorio. La temperatura è fredda e c’è tanto vento e onda. Arrivati sul posto dobbiamo soprassedere e cambiare posto. Andiamo al porticciolo Canale e anche lì c’è onda.
Inizia un lungo conciliabolo per decidere il da farsi. Fa così freddo che nell’attesa metto il giaccone e Domy il cappello. Mimmo è convinto a desistere ma Giovanni ed Andrea alla fine decidono di andare lo stesso, io ero favorevole ad andare ed avevo fiutato una serata importante.
Ci vestiamo e io vado subito a sinistra a cercare i pesci balestra, Mimmo e Domy vanno al centro in cerca dell’ aracnanto e non voglio disturbarli. Subito un pesce civetta ma l’acqua è molto sporca, proseguo senza fermarmi. All’improvviso vedo l’aracnanto e inizio a fotografarlo poi arrivano anche Domy e Mimmo ma non avevo capito che era questa la loro direzione! Vado via tra le urla del prof. e proseguo, vedo un pesce balestra, inizio a seguirlo vado nel nero della colonna d’acqua e trovo un grande pesce San Pietro, poi torno dal balestra. Il Balistes capriscus scappa via e allora mi dedico ai tanti pesci civetta e a due caponi Trygloporus lastoviza. I miei amici hanno trovato un bodego Lophius budegassa e lo stanno seguendo mentree si libra in planata sul fondo fangoso. Riesco a scattare qualche foto ma c’è una folla intorno al pesce.
Torno indietro ed ho poca aria, vado lungo e non centro l’uscita. Sugli scogli trovo uno Janolo e un gambero vinaio. Emergo e gonfio il gav e la muta con l’ultima aria della bombola e nuoto in superficie per raggiungere la spiaggia.
Quando vado a terra mi sento le improperie del prof e a quel punto perdo il controllo e comincio ad imprecare anch’io. Non era assolutamente voluto ed ero andato in tutt’altra direzione proprio per evitarli, avendo capito che l’aracnanto era proprio lì sotto la discesa in mare. In un attimo svanisce tutta l’euforia dell’incontro eccezionale, la più bella immersione dei miei 50 anni di immersioni.
Mi svesto dopo aver lavato la fotocamera, sono furioso e dalla rabbia mi viene quasi da piangere. Prima di andare via però mi tranquillizzo e alla fine nel salutare Giovanni Pitone con un selfie faccio pace con il prof. Intanto il vento è calato ed anche la temperatura si è alzata e si può stare senza il cappello.
Saliamo in auto e torniamo a Saline Joniche per andare a cena da Giuditta. Restiamo fino a mezzanotte a tavola e concludiamo con un bicchiere di rum. Torniamo a casa e non apro lo scafandro lascio tutto montato, ricarico solo le batterie dei faretti per l’uscita di domattina. Che spettacolo!