Marco Gargiulo

#51 Punta Pizzaco con Mimmo, Edo & Co.

La sveglia suona con il sole che penetra dalle veneziane. Mi vesto e vado a fare colazione al bar Velò. Dopo, torno in camera per richiudere i bagagli. Nel frattempo, mi chiama Mimmo: è arrivato e mi aspetta al bar. Gli dico di pazientare, anche perché devo attendere l’apertura del SuBaia Diving Center per posare le borse. Passate le otto, prendo tutte le mie cose e le porto lì dove, oltre a Mimmo, ci sono tutti i miei amici, alcuni dei quali non vedevo da tempo. Aspettiamo anche che arrivi Edo e poi scattiamo un primo selfie. Verso le nove, con le mute indossate, ci dirigiamo in banchina per salire a bordo di Sula.

Iniziamo la nostra navigazione verso l’isola di Procida. Gli spruzzi d’acqua che mi colpiscono mi consigliano di chiudere la muta stagna in neoprene che ho indossato oggi. Durante il lungo percorso verso Punta Pizzaco, ci bagniamo tutti abbondantemente a causa del vento. Una volta arrivati, ormeggiamo il gommone vicino a un altro già presente e ci prepariamo per la nostra immersione.

L’acqua è abbastanza limpida e scendiamo subito lungo la parete verticale fino a raggiungere le gorgonie rosse. Proseguiamo mantenendo la parete alla nostra destra, ammirando le tante spugne gialle che ricoprono la roccia. Vedo un riccio melone Echinus melo e qualche ramo di corallo, visibile solo al computer. A un certo punto, torniamo indietro: non mi sono spinto più in profondità e avanti, dove i miei amici hanno visto il corallo rosso. La prossima volta dovrò arrivare oltre.

Durante il rientro, con la parete alla mia sinistra, scopro una piccola caverna dove incontro una bella musdea. La seguo mentre torna verso i miei amici, che sono più indietro. Risaliamo di qualche metro fino a raggiungere la parte con le posidonie e poi l’ansa sabbiosa dove abbiamo ormeggiato il gommone. Qui incontro Mimmo, che non avevo visto durante la discesa e che non era presente nel nostro selfie di gruppo sotto la barca. Anche Edo non era con noi durante l’immersione, ma lo ritroviamo in superficie, già pronto ad accoglierci di nuovo in barca.

La navigazione verso il porto di Baia è abbastanza avventurosa a causa delle onde e degli spruzzi che ci colpiscono in faccia, ma soprattutto per le decine di imbarcazioni che ci vengono incontro, dirette all’isola di Procida. Edoardo, che si alterna ai comandi con Carlo, affronta una prova dura, ma finalmente raggiungiamo il porto e scarichiamo le nostre attrezzature.

Mi carico di tutti i miei accessori e raggiungo il diving a piedi. Metto a bagno nell’acqua dolce la fotocamera e provvedo al lavaggio della muta e degli erogatori. Finalmente mi spoglio e vado a fare la doccia. Quando anche Mimmo è pronto, dopo la stessa operazione, andiamo a mangiare un pezzetto di pizza lì vicino, con l’intento di ripartire presto verso casa. Sono le 12:30 e sono in perfetto orario.

Ricompongo lentamente le borse subacquee, preparando tutto e posizionandole sulla Ape Car del SuBaia Diving Center, per essere accompagnato al parcheggio a riprendere l’auto. Quando finalmente Edoardo mi accompagna al parcheggio, troviamo un vero delirio: il parcheggio è completamente pieno di auto e la mia vettura è incastrata in un groviglio inestricabile. Impiego una mezz’ora per uscire dall’ingorgo, con Edo che mi attende pazientemente per caricare le attrezzature in auto, compresa quella di Mimmo che porterò al Punta Campanella Diving nei prossimi giorni.

Non resta che salutare tutti gli amici e iniziare il percorso verso casa. Al momento della partenza non c’è traffico qui a Baia, né in tangenziale né in autostrada, fino ad arrivare alle gallerie prima di Vico Equense, dove resto imbottigliato in un ingorgo per un lungo tratto. Perdo un’ulteriore ora per fare pochi chilometri, fino a superare Vico Equense, dove finalmente si riprende a circolare regolarmente.

Arrivo a casa dopo le 15, proprio quando è prevista la partenza del Gran Premio di Formula 1 d’Austria. Sistemo le borse mentre buona parte della corsa è già trascorsa. Mi stendo sul divano e seguo il resto della gara fino alla fine. Dopo un ulteriore spuntino, mi metto a disfare le borse e faccio una doccia, visto che il caldo è insopportabile.

È stato faticoso, ma questo weekend è stato contemporaneamente molto piacevole. Mi ha consentito di conoscere meglio dei luoghi a me lontani e di trascorrere qualche giorno con il carissimo Edoardo, che mi ha trattato e ospitato come un grandissimo amico.

Grazie, caro Edo. Spero di ricambiare presto con qualche bella foto realizzata in questi giorni. I miei complimenti vanno anche a tutto lo staff di cui ti circondi, instancabili nel loro moto perpetuo e sempre pronti a seguire le decine di subacquei che si avvicendano tra un tuffo e l’altro qui al SuBaia. Complimenti, ragazzi, e un abbraccio.

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