Marco Gargiulo

La Repubblica – Napoli CLIMATE CHANGE, MARE E BIODIVERSITA’

Molto triste dover condividere queste immagini, ma il caldo anomalo dell’acqua in questa estate non prometteva nulla di buono …
Grazie Pasquale Raicaldo per condividere le mie immagini che spero possano servire agli scettici.

 

Golfo di Napoli, così le ondate di calore distruggono il “paradiso sommerso”
A Massa Lubrense, attorno allo scoglio del Vervece, tra luglio e settembre è cambiato il paesaggio sottomarino: le pareti di margherita di mare, come documenta il fotosub Marco Gargiulo, spariscono. Gli esperti: “Danni incalcolabili da climate change

“Quasi non credevo ai miei occhi, immergendomi. Tra luglio e inizio agosto avevo immortalato un variopinto paradiso di biodiversità, dominato dalle margherite di mare, fiorite lungo le pareti. In questi giorni ci sono tornato e ho documentato uno scenario di desolante devastazione”. Marco Gargiulo è tra i più attenti fotografi subacquei della Campania: la sua denuncia arriva dopo un’immersione allo scoglio del Vervece, un isolotto situato davanti al porto di Marina della Lobra, a Massa Lubrense in Campania.

Le foto del prima (fine luglio) e del dopo (fine settembre) documentano un’ecatombe, o quasi. E la colpa è delle ondate di calore che hanno caratterizzato il mare del golfo di Napoli, e non solo, nel corso dell’ultima estate.

“Da qualche tempo avevo notato una sofferenza delle colonie, con i polipi non estroflessi e anche una leggera regressione in volume e copertura. – racconta Gargiulo – Nell’ultima immersione ho trovato un punto a me molto caro praticamente distrutto: le margherite di mare non ci sono più, se non in alcuni punti, dove sono chiuse e sofferenti. Che sia il caldo anomalo ad averle fatalmente danneggiate?”.

“La risposta è, fatalmente, sì”, sentenzia Roberto Danovaro, già presidente della Stazione zoologica Anton Dohrn e tra i più influenti esperti di oceano al mondo, oggi docente di ecologia all’Università Politecnica delle Marche. “Nel corso dell’ultima estate abbiamo registrato episodi di moria massiva anche di microalghe e cozze, involuzioni del paesaggio come quella immortalata a Massa Lubrense sono state registrate anche nel Mar Adriatico. – aggiunge – le loro cause vanno ricercate nell’innalzamento della temperatura del mare, che crea condizioni di invivibilità per alcune specie. E nel 2024, su scala globale, abbiamo registrato temperature di tre gradi sopra la media, le più alte di sempre: tra le conseguenze più importanti, il cosiddetto sbiancamento dei coralli.


Non fa dunque eccezione il mare del golfo di Napoli, sempre più caldo. Dal confronto con i dati storici della Stazione Zoologica Anton Dohrn (che monitora le temperature del golfo di Napoli dal 1984) emerge un incremento di 1,5 gradi negli ultimi quarant’anni: si è così passati da una media di 14° C a 15,5° C. “Con anomalie e ondate di calore sempre più frequenti, compresa quella dei primi di agosto che potrebbe essere stata fatale alle margherite di mare del Vervece, con una temperatura media superficiale dell’acqua compresa tra i 30 e i 31 gradi”, rileva Eleonora De Sabata, responsabile delprogetto MedFever (il nome già sintetizza la “febbre” che investe il Mediterraneo), che riunisce Enea, associazione MedSharks, l’azienda Lush, Università Sapienza di Roma, Ogs, Guardia Costiera e un gruppo di subacquei volontari. Che, in ossequio ai dettami della cosiddetta ‘citizen science’, hanno disseminato sensori-termometro nei nostri mari, fino a 50 metri di profondità, sia a largo che sotto costa (da Capri a Vico Equense, fino a Palinuro) e confrontando i dati con quelli storici della Stazione Zoologica Anton Dohrn.


E se i numeri non mentono ora, a quanto pare, gli effetti sono sempre più visibili, come documentato da Gargiulo e confermato dalla incontrastata diffusione di specie aliene e tropicali (tra queste, sempre più stabili nel mare di Napoli, iSynalpheus africanus, il gambero pistolero africano, che deve il nome a quelle chele che a guardarle sembrano proprio armi, e il Pachygrapsus transversus, il granchio corridore trasverso) e, non ultimo, dal boom di nidi di tartarughe marine lungo le coste campane, con innalzamento verso nord dell’areale di nidificazione.

https://napoli.repubblica.it/cronaca/2024/10/02/news/massa_lubrense_paesaggio_sottomarino_climate_change-423531297/?fbclid=IwY2xjawFqbChleHRuA2FlbQIxMAABHWcigJcKi_2gXS3-rP16IhFBUJOXDEBhjD-FWYaTzfUInXxqGgj65PvNww_aem_8L3VJKHE0I4TfRWGD_KgWw

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