La pioggia in mattinata bagna l’asfalto, poi pian piano il cielo si scopre ma ben presto si ricopre. Raggiungo Napoli poi torno a casa per seguire per riunione aziendale su Teams fino alle 18. Appena terminata mi preparo velocemente, fortunatamente non piove e guardando le previsioni, nei prossimi giorni peggiora sicuramente. Bisogna approfittare. Avviso il mio amico Antonio Ferola e poi scendo a Marina Grande di Sorrento. La temperatura è molto piacevole, circa 18°C, il mare è calmo e la marea è bassissima.
Riesco a parcheggiare al mio solito posto anche se i ristoranti sono ancora aperti. Ho sentito il mio amico che verrà alle 20 quando sarò prossimo all’uscita, gentilmente mi verrà a salutare e mi aiuterà a portare in auto le pesanti attrezzature.
Completo la vestizione ed entro in acqua, inizio a nuotare in superficie fino a raggiungere la scogliera, poi mi immergo. Stasera ho portato anche una piccola cesta per raccogliere qualche roccia per l’acquario marino mediterraneo che ho da poco allestito nel mio studio.
La visibilità è nettamente migliore rispetto alla scorsa settimana. Scendo come al solito sul pendio fangoso e raggiungo i 30 metri poi vado verso sinistra in cerca di soggetti. Vedo subito uno scorfanotto su un sandalo e mi dedico a scattare una serie di foto mentre si sposta in seguito ai lampi dei miei flash.
Più in basso c’è una mazzancolla poi anche una seconda, recupero un cacciavite che metto nella cesta per evitare di bucare la muta stagna e proseguo. Raggiungo quasi i 40 metri e il computer inizia a segnalarmi alcuni minuti di decompressione, ritrovo alcuni rifiuti “dimenticati”, una boa, un gabinetto, un pallone, un collo d’anfora, una struttura metallica, tutto materiale che non vedevo da tempo, difficilmente mi spingo così in profondità.
Inizio la risalita e su una nassa abbandonata c’è una piccola Alicia mirabilis. Non posso sostare a fotografarla per bene perché devo necessariamente risalire a quote più basse. Incontro un pesce serpente, poi un piccolo capone ubriaco, ancora una mazzancolla sulla distesa sabbiosa, fino ad arrivare a ridosso della parete dove c’è uno spirografo. Approfitto per scattare un selfie visto che il verme non sembra essere disturbato dalla mia presenza e non si richiude nemmeno quando vado via. A poca distanza c’è il wc a me noto, corredato da tanti altri rifiuti antropici che sembrano non finire mai.
Durante la fase di rientro verso terra nel basso fondale, con la decompressione ormai effettuata, mi imbatto prima in un grosso tordo pavone addormentato, poi in una serie di altri tre pesci serpente, ma il mio amico Pippo stasera non c’è. In lontananza vedo passare un grosso calamaro, forse attirato dalle luci accese del ristorante che sovrasta la scogliera, ma non riesco ad avvicinarlo. Solo negli ultimi metri prima di oltrepassare la punta del porticciolo, mentre le boghe ed i latterini impazziti mi finiscono addosso, vedo sui grandi massi sporgenti una granceola che appena disturbata provvede a fuggire e, lanciandosi giù dalla roccia sulla quale era aggrappata, sembra aggredire il mio minidome.
Rientro all’interno del porticciolo e passo sotto le barche per controllare la presenza di qualche scarto della pesca da inserire nell’acquario … trovo solo i rifiuti dei pescatori! Raccolgo infatti una serie di batterie stilo proprio sotto le barche e continuo a non capire come si possa essere così poco lungimiranti, eppure il mare dovrebbe essere da loro protetto, fonte di sostentamento per le famiglie e non depredato e danneggiato. Bah, io provo nel mio piccolo a dare il mio contributo, se potessi tirerei via ogni rifiuto che giace abbandonato sul fondo. Alcuni di essi sono così antichi che sono ormai completamente colonizzati e sarebbe forse anche dannoso rimuoverli.
Rientro verso la spiaggia e da lontano vedo il mio amico d’infanzia Antonio che è sceso appositamente per venire ad aiutarmi. Prende la mia fotocamera mentre io risalgo a terra con la pesante attrezzatura. Mi spoglio con il suo aiuto, poi vado a sistemare nel secchio le piccole pietre raccolte. Per ringraziare il mio amico gli lascio una busta piena di vecchi artificiali da pesca recuperati, con la promessa di avere in cambio una bella preda appena pescata.
Saluto il mio amico dopo una foto ricordo, poi torno a casa, non sono ancora le 21 quando inizio a lavare tutta l’attrezzatura. Anche stasera ho goduto di un’ora di relax subacqueo, stavolta comunque almeno ho visto qualcosa in più, magari nelle prossime immersioni capiterà di scovare anche qualche “gioiello” marino!