Marco Gargiulo

#109 Marina Grande di Sorrento – Immersione Notturna

Lunedì sera, nonostante avessi tutto pronto per l’immersione, ho desistito per effettuare una lezione di scuola guida a mia figlia che me lo ha gentilmente richiesto, eppure avevo allertato anche il mio compagno Antonio Mario. In previsione però di uno stop forzato alle immersioni subacquee che seguirà ad un intervento chirurgico per il quale ero in lista d’attesa, è bene approfittare delle occasioni che si prospettano. Così, al termine della giornata lavorativa, piena di traffico e di incombenze, finalmente verso le 18 riesco ad organizzarmi per andare in mare. Il meteo in mattinata era favorevole, in serata però le nuvole sono tornate a fare capolino sulla penisola sorrentina, anche se il mare è calmo.

E’ anche piovuto un poco ma spero che l’acqua non si sia sporcata troppo.  Ho provveduto anche ad avvisare il mio amico pescatore di calamari, che verrà ad aiutarmi nelle fasi di entrata ed uscita dall’acqua. E’ mia intenzione poi, raccogliere ancora qualche altra roccia per il mio acquario mediterraneo che ho installato nello studio.

Proprio nel momento nel quale sto indossando il sottomuta, mi accorgo che sta piovendo! Maledizione, avviso il mio amico e svuoto lo scafandro e abortisco l’uscita. Mi rimetto a lavorare ancora un po’ sistemando la nota spese ma nel frattempo ha smesso di piovere. Aspetto ancora un pochino, poi rimetto sottovuoto lo scafandro e vado a Marina Grande di Sorrento.

Passo a prendere la bombola e la muta stagna in garage ma ricomincia a piovere. Non demordo, raggiungo il borgo marinaro e parcheggio sullo scivolo di alaggio vicino all’albero di natale luminoso. Scendo a fare una foto ricordo, poi inizio a prepararmi. C’è una leggera onda, ma nulla d’importante. 

Dopo aver nuotato in superficie fino all’inizio della scogliera mi immergo. Subito dal fango vedo emergere una coppia di occhi inconfondibili. Una mazzancolla è sepolta nel sedimento. Balza fuori e scappa via. Scendo lungo il pendio fangoso e ritrovo la coppia di bambole abbandonate. Lì vicino incontro una seconda mazzancolla, poi proseguo verso i trenta metri di profondità, dove la visibilità è molto migliore. 

Raggiungo il wc ricoperto di spugne ed al suo riparo riposa un bel sarago maggiore. Ritrovo anche altri rifiuti a me noti, sul fondo c’è anche una tanuta ed una grande triglia. Effettuo la risalita verso quote più basse perché il computer mi segnala decompressione da effettuare. 

All’interno di una nassa abbandonata c’è una grande murena in compagnia di un grosso paguro. Scatto qualche foto, poi prendo il coltello e taglio la nassa per liberare il pesce, dopo di lei esce fuori anche il crostaceo. Proseguo nel basso fondale fino a raggiungere il secondo wc. Una famiglia di paguri è intenta a “demolire” un grosso sarago morto, ne avranno di lavoro da fare per un bel po’!

Sono in fase di rientro e incontro un polpo che fugge via tra i rifiuti, poi costeggiando la scogliera incontro quattro pesci serpente, ma nessuno di loro è il mio amico Pippo. Sulla sabbia c’è anche una piccolissima seppia che sollevo nel palmo della mano. Poi negli ultimi metri incontro una granchio facchino così “vecchio” da avere il carapace coperto di cirripedi.

Riemergo all’interno del porticciolo seguendo le dune sabbiose e la pioggia è tornata a cadere. Nell’ultima fase dell’immersione ho raccolto qualche roccia per l’acquario che sistemo nel secchio dopo aver posato la bombola e la fotocamera nell’auto. Completo le operazioni e mi richiudo in auto, mando un messaggio a casa e poi ritorno alla base. 

Sono contento perché anche stasera ho provato a contribuire a difendere il mare che tanto amo, liberare la murena e il paguro destinati ad una morte inutile mi rende più sereno, l’azoto assorbito poi contribuisce alla sensazione di benessere che l’immersione subacquea riesce a donarmi. Se il meteo lo consente, riproverò anche venerdì!

 

 

 

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