Marco Gargiulo

#2 Marina Grande di Sorrento – Immersione Notturna

C’è vento di terra e cielo sereno, la mattina lavorativa inizia nel migliore dei modi, nonostante la notte appena trascorsa per assistere mio padre, ancora bisognevole del nostro aiuto dopo l’operazione al femore. E’ giovedì e nonostante la mia schiena sia a pezzi e oggi è la giornata della lezione di pilates, a malincuore la salto ma solo perché bisogna sfruttare le poche occasioni che mi si presentano in questo difficile periodo. Così, inizio a fantasticare sulla serata per tutto il tempo lavorativo nel quale sono in automobile. Mando anche qualche messaggio ai miei amici anche per capire come organizzare la serata.

Rientro da lavoro ma nessuno dei miei amici è disponibile, termino le incombenze lavorative poi inizio a montare lo scafandro. Controllo che tutto sia in ordine poi vado ad approntare per la cena, così al mio ritorno sarà quasi tutto pronto. Attendo le 19 e mi muovo da casa, quando arrivo a Marina Grande di Sorrento non c’è quasi nessuno, solo i soliti amici abitanti del luogo.

Mi vesto e quando vado a riprendere lo scafandro mi accorgo che la spia del sottovuoto è diventata rossa! Maledizione! Sono sul punto di desistere ma sono già vestito, ho anche riesumato un vecchio computer subacqueo che non usavo da quasi dieci anni. Cerco di mantenere la calma e provo un ultimo disperato tentativo, prima di lasciare la fotocamera nell’auto. Apro il tutto e pulisco la guarnizione, poi richiudo e … in assenza dell’apposita “pompetta” per aspirare l’aria dall’interno dello scafandro, provvedo a svuotarlo aspirando con la bocca dalla valvola. L’operazione è laboriosa e faticosa ma alla fine la spia torna di colore verde. Ok posso andare, se dovesse riaccendersi rossa tornerò a terra.

Entro nell’acqua con una marea bassissima, devo camminare a lungo prima di riuscire ad immergermi per intero per indossare le pinne. L’acqua però è molto limpida. Esco fuori della scogliera e scendo lungo il pendio fino a circa 25 metri, nel canalone trovo una seppia che ben presto perdo sollevando del fango.

Mi muovo verso destra dove trovo un pesce civetta con le “ali” quasi completamente distrutte. Non è un bel vedere ma la serata sembra iniziare bene. Mi sposto più in avanti ma la corrente frontale da affrontare è abbastanza fastidiosa, ecco il motivo della limpidezza dell’acqua. Inverto il percorso e mi dirigo a sinistra seguendo la corrente. 

Uno scorfano riposa sul fondo e inizia a scappare tornando verso la superficie, lo seguo e mi conduce a ridosso della scogliera. Mi porta dritto dritto verso un pesce capone ubriaco che si muove a scatti sul fondo, librandosi con le colorate pinne pettorali. Più avanti c’è un grande pesce serpente che solo a casa mi rendo conto essere “Pippo”, poi una piccola murena in una Pinna nobilis defunta. Il pesce scappa via e si rintana in un groviglio di lenze di nylon. 

Vedo sparire sotto la sabbia un polpo di rena, che peccato non averlo potuto fotografare, poi ne trovo invece uno piccolissimo e sono tentato di portarlo nell’acquario. Ci gioco qualche attimo, poi lo lascio andare. Raggiungo la zona dei rifiuti “igienici” e qui raccolgo qualche altra piccola roccia per il mio acquario, poi torno indietro. Una seconda piccola murena è in caccia tra le rocce. Controllo il manometro e mi accorgo di aver poca aria, risalgo quasi in superficie per effettuare il rientro alla base.

Sono fortunato perché trovo un piccolo sifonoforo che fluttua nell’acqua. E’ trasparente ed iridescente e sembra una navicella spaziale. Inizio a scattare e le luci iniziano ad attirare anche qualche copepode e degli anellidi trasparenti, sembra di essere in una blackwater tropicale. Scatto a raffica senza guardare per cercare di catturare gli ospiti che sono sopraggiunti, poi torno lentamente verso terra.

Ad attendermi anche stasera il mio fraterno amico Antonio Ferola, mi aiuta a trasportare vicino all’auto la fotocamera e poi mi aiuta a svestirmi. Sono passate le 21 ma non è ancora il momento di andare a casa. Antonio mi porta a vedere il suo punto di pesca tra gli scogli e mi accompagna a prendere un pomodoro di mare da inserire nella mia vasca. Al termine dell’operazione, tiro fuori dalla cesta una coppia di artificiali che ho ritrovato sott’acqua che gli consegno come sempre, per ricambiare la sua gentilezza. Scattiamo un selfie ricordo poi finalmente torno a casa. Lidia mi attende affamata, mentre io lavo la fotocamera e l’attrezzatura, sistemo il “raccolto” nell’acquario, lei cucina e finalmente ci sediamo a tavola insieme.

Stasera sono stato premiato per la tenacia e per non essermi demoralizzato, la fotocamera ha funzionato perfettamente, chissà cosa deve averle preso!   

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