Marco Gargiulo

#6 Marina Grande di Sorrento – Immersione Notturna

La temperatura è gelida di primo mattino, il termometro segna 5°C ma il sole che sta per uscire fuori dalle colline sicuramente scalderà l’aria rendendola sicuramente molto gradevole, per poi ridiscendere in serata, nella quale ipotizzo di andare in mare.

Esco quindi per lavorare e anche oggi raggiungo Napoli e poi mi fermo a pranzo dal mio amico Pino, poi rientro verso Sorrento e mi trattengo a lavorare al computer fin quasi alle 19, per compilare la nota spese che avevo lasciato in arretrato. La temperatura come previsto si è abbassata di nuovo, adesso segna 10°C ma tornando con l’auto a casa sono stato “rapito” dalla bellezza del mare che bagna queste coste. Un richiamo irresistibile!

Così, anche se un poco stanco, mi sono organizzato per andare in acqua, fortunatamente ho tutta l’attrezzatura pronta e non devo cambiare configurazione alla mia Nauticam NA-D850. Impiego infatti pochi minuti per assemblare il tutto e mi vado a vestire per l’immersione.

Un rapido passaggio in garage per montare la bombola e poi raggiungo il borgo marinaro. Sono tentato di parcheggiare in prossimità del Punta Campanella Diving Sorrento, ma alla fine decido di andare a controllare il mio posticino preferito che è libero. Inizio la vestizione e saluto i miei amici che abitano qui giù e dopo aver mandato un messaggio a casa, entro nell’acqua bassa e limpida del porticciolo. 

A dire il vero, solo nei primi centimetri la visibilità è ottimale, più fuori peggiora sensibilmente. Sopravanzo l’imboccatura del molo e mi immergo, subito nel nero vedo saettare una striscia argentea! E’ ancora un pesce sciabola, riesco a scattare una foto ma subito fugge via. 

Ritorno sul fondo e mi imbatto in un grosso grongo Conger conger che è in caccia all’esterno della scogliera, dove rapidamente si ritrae per sottrarsi alle mie attenzioni “luminose”. Proseguo la discesa lungo il pendio fangoso e, dopo una enorme triglia ed alcuni calamari in lontananza, mi accorgo della presenza di un piccolo pesce prete. Deve essere in difficoltà perché stranamente non fugge via velocemente ma si muove con una discreta tranquillità. Lo seguo per un po’, ma poi la profondità ed il tempo trascorso mi suggeriscono di risalire un poco.  

E’ mia intenzione provare a ritrovare il gattuccio morto visto nell’ultima immersione con Antonio Mario, così torno sottocosta per scandagliare il fondale. Dopo essere arrivato al di sotto del pontile di metallo, torno subito indietro per non disturbare i pescatori, avendo visto le loro esche in pesca sul fondo. Dopo una serie interminabile di rifiuti, finalmente ritrovo il malcapitato squaletto. Le sue uova sono state attaccate dai murici, così come il suo corpo. Ci vorrà del tempo prima che venga decomposto completamente. 

Avendone parlato con l’esperta Eleonora De Sabata, lo raccolgo e lo giro, poi provvedo a scattare una foto del muso per provare a identificare l’esemplare esaminando il suo database fotografico.

Prima di rientrare a terra incontro di nuovo una grande polpessa, forse è lo stesso esemplare visto domenica. Passo sotto le barche in rada per controllare eventuali scarti della pesca e poi risalgo sulla spiaggia.

Avverto un freddo pungente alle mani, ma sul corpo sono ben protetto e isolato. Inizio a spogliarmi, poi appena possibile, mando un messaggio a casa. Completo le operazioni e torno alla base. Domani mi aspetta una intensa giornata di lavoro e questo è il metodo collaudato per ricaricare al massimo le energie! 

 

Succ Articolo

Precedente Articolo

Rispondi

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

© 2025 Marco Gargiulo

Tema di Anders Norén