La mattinata è piena di nebbia e nuvole, ma il mare è bello calmo. Al termine della giornata lavorativa però viene fuori il sole. Ho sentito il mio amico Antonio Mario e concordo con lui l’appuntamento per andare a mare stasera. Passerò anche a prendere direttamente le bombole dalla stazione di ricarica, prima di andare a Marina Grande di Sorrento.
Bisogna assemblare tutta l’attrezzatura ma almeno la configurazione è sempre la stessa quindi non perdo molto tempo a farlo. Ho però necessità di assumere una bustina di antinfiammatorio per lenire il dolore ad un dente che mi da qualche problema dopo la devitalizzazione di ieri sera.
Quando lo contatto prima di scendere da casa, mi avvisa che non è in condizioni psicofisiche ottimali ma che mi farà comunque assistenza dalla superficie. Arrivo a Marina Grande di Sorrento ed il mio amico è già sul posto.
Lo specchio d’acqua sembra cristallino e sul pontile metallico ci sono i miei amici pescatori. Michele viene a salutarmi e mi mostra il pescato della sera, ben otto pesci spatola appena portati a terra. Sono bellissimi. Mi vesto e mi tuffo con Antonio che mi assiste da terra. Mi faccio buttare in acqua l’ultimo pesce appena pescato ma è troppo malandato per essere fotografato a dovere.
Mi invitano però ad andare verso di loro sul pontile perché ne stanno vedendo tanti. Così mi dirigo verso il pontile ma non ho il coraggio di arrivare fino alla punta del molo e passo al di sotto e vado sulla destra, un percorso che non seguivo da moltissimo tempo. L’acqua non è limpida ed i pescatori mi raccontano che le loro reti sono appesantite dalla mucillagine.
La serata è praticamente priva di sussulti, mi dedico così a raccogliere una serie infinita di artificiali da pesca disseminati sul fondo. Li inserisco in un barattolo di vetro che avevo nella tasca della muta, solitamente usato per raccogliere qualche organismo per il mio acquario mediterraneo. Dopo un giro a circa 30 metri risalgo più in superficie e ripasso sotto il pontile per tornare verso il centro dello specchio d’acqua.
Trovo solo un piccolo polpo di rena ma ha le braccia mutilate e non è bello da vedere, poi una murena nascosta tra i rifiuti ed una intrappolata in una nassa. Vado in cerca del gattuccio morto ma non lo ritrovo, così rientro verso l’interno del porticciolo con la speranza di trovare qualcosa tra gli scarti della pesca. Trovo invece una mazzancolla ma non le dedico molte attenzioni.
E’ in questo momento che all’improvviso vedo saettare un pesce spatola che non riesco a fotografare sopraggiungendo dalle mie spalle. Mi sono perso l’occasione ma subito dopo se ne palesa un secondo esemplare e riesco a scattare una foto prima che sparisca subito nel buio della notte. Sono velocissimi ed imprevedibili, oltre ad essere magnificamente cangianti.
Mentre continuo a cercare gli argentei pesci mi imbatto in una piccolissima cernia dorata. Ha la sua bella livrea a righe da cui proviene anche il nome di “cernia in pigiama”. E’ nascosta sotto una pietra. Mi faccio coraggio e tiro fuori l’altro barattolo di vetro che ho nella tasca sinistra e con un’operazione delicata e precisa, riesco a farla entrare nell’imboccatura e a richiudere il tappo. Sono praticamente fuori dell’acqua e infatti risalgo. Raggiungo la scaletta ed Antonio mi aiuta a tornare sulla terraferma. Gli consegno il prezioso barattolo e poi completo la rimozione degli indumenti bagnati.
Mentre completo le operazioni, Antonio fotografa le “catture” della serata, bel 12 artificiali, uno di ciascun colore! Li consegno al mio amico Michele e prima di andare via, scatto una foto ricordo con tutti loro. Alle 21 sono a casa ed effettuo tutte le incombenze necessarie ad assicurare una lunga durata alle mie attrezzature, poi finalmente mi posso sedere a tavola con la mia famiglia. Mentre loro guardano il Festival di Sanremo in tv, io mi dedico a sistemare qualche foto appena scattata.
Nonostante la serata fotograficamente molto povera, stasera sono felice come un bimbo. Il piccolo serranide ha raggiunto la sua nuova dimora, la terrò con me per un po’, fin quando non sarà il momento di riportarla in mare appena sarà cresciuta troppo per la mia vasca.