Il cielo stamattina è coperto e mette in dubbio la decisione presa ieri di indossare la muta semi stagna. Porterò tutto l’occorrente per entrambe le opzioni, poi in funzione del programma deciderò il da farsi. L’appuntamento è quello consueto alle 9 al Punta Campanella Diving Sorrento e anche oggi ci dovrebbe essere il mio amico Antonio Cappiello detto Wall-e. Quella odierna è anche la giornata dei funerali di Papa Francesco e tutto il mondo è focalizzato sulla Città del Vaticano. Ma stasera è anche il giorno di un grande appuntamento di salvaguardia ambientale. Presso il Punta Campanella Diving Sorrento sarà di ritorno il caro amico biologo Fabio Russo e ci presenterà delle immagini esclusive di documentazione del salvataggio e recupero clinico della tartaruga marina “Campanella” salvata dalla morte la scorsa estate.
Raggiungo il borgo di Marina Grande e i miei amici sono già all’opera. Stanno vestendo i clienti mentre Antonio assembla lo scafandro per il suo iPhone. Mi preparo e monto sulla Nauticam NA-D850 anche la telecamera Insta360 con il suo bastone. Indosso ancora muta stagna in neoprene, ma prima di scendere di casa fortunatamente mi ricordo all’ultimo minuto di portare con me il pantalone di ricambio, essendo certo di bagnarmi completamente.
Appena siamo pronti andiamo in banchina, Lisa ci accompagna con Berta a Punta Campanella, oggi le condizioni meteorologiche sono migliori di ieri. Con me, oltre ad Antonio Wall-e ci sono Alessandra e Roberta.
Navighiamo fino al faro e poi ci prepariamo. Effettueremo un’immersione one-way, quindi senza tornare indietro, e costeggeremo la parete che da Punta Campanella porta verso Cala di Mitigliano, luogo della nostra seconda immersione.
Aziono la Insta360 mentre effettuo la capovolta, attendo i miei amici e scendiamo tutti insieme lungo la parete. Costeggiamo la roccia verticale di Punta Campanella e oltrepassiamo la foresta di gorgonie gialle che la colonizza. Oggi sono meno rigogliose perché hanno i polipi chiusi, ma è sempre un bel vedere. Lungo la falesia troviamo una bella murena ed un paio di vermocani.
Proseguiamo osservando tutte le piccole cavità della parete fin quando Alessandra arriva a chiamarmi con grandissimo fervore … in barca mi aveva parlato dell’avvistamento di un grosso granchio ed effettivamente lo ha ritrovato! Si tratta di una granceola Maya squinado, un grosso crostaceo che desideravo incontrare da oltre un ventennio, diventato ormai molto più raro delle cicale di mare!
Il granchio si muove tra le alghe ma quando sopraggiungo inizia a lanciarsi verso il basso, cammina veloce e agita le potenti chele davanti al mio oblò. Siamo ahimè a fine immersione e non posso seguirla a lungo nella sua discesa e quando si nasconde in una buca abbandono la postazione e risalgo. Ho però lasciato accesa la videocamera e spero di essere riuscito ad immortalare la scena!
Risaliamo a bassa quota per effettuare la sosta di sicurezza, poi con Antonio che lancia la boa di segnalazione in superficie, riemergiamo per essere recuperati da Lisa. C’è un poco di onda e la ragazza che era con noi si disturba con il mal di mare. Il rimedio è quello classico e dopo essersi liberata si riprende prestissimo. Rientriamo all’interno della Cala di Mitigliano, mentre gli altri mangiano uno snack, io evito di assumere alcunché, per non fare la fine della ragazza.
Attendiamo un attimo prima di rimontare le bombole per la successiva immersione per capire se i clienti hanno intenzione di tornare in acqua. E’ tutto ok così possiamo iniziare i preparativi.